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  • Martedì 28 maggio 2024

Le grosse proteste a Taiwan contro una legge che dà più poteri al parlamento

La proposta è stata sostenuta dai partiti filocinesi, ma non piace al governo del nuovo presidente democratico Lai Ching-te, che non ha la maggioranza

Un manifestante con un cartello che dice «senza discussione non c'è democrazia» fuori dal parlamento di Taiwan, il 28 maggio 2024
Un manifestante con un cartello che dice «senza discussione non c'è democrazia» fuori dal parlamento di Taiwan, il 28 maggio 2024 (AP Photo/Chiang Ying-ying)
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Martedì il parlamento di Taiwan ha approvato una discussa legge che aumenta i poteri del parlamento stesso, e per questo non piace al governo del nuovo presidente democratico Lai Ching-te, che in parlamento non ha la maggioranza. La legge è sostenuta dal Kuomintang, il Partito Nazionalista, con posizioni tendenzialmente favorevoli alla Cina, e dal Partito Popolare di Taiwan, populista: al contrario il Partito Democratico Progressista (DPP), a cui appartiene il nuovo presidente, ha criticato la riforma, dicendo che è stata approvata troppo rapidamente, senza rispettare alcune procedure, e che farà ricorso alla Corte costituzionale. Fuori dall’aula si sono radunate migliaia di manifestanti contrari alla legge, come già successo nelle settimane scorse.

La legge prevede che il parlamento taiwanese abbia più potere decisionale sul bilancio pubblico, ma soprattutto che abbia il potere di convocare in aula esponenti del governo e funzionari dell’esercito, ma anche dirigenti di aziende private e cittadini comuni per riferire ai parlamentari qualsiasi informazione richiedano. Rendono inoltre un reato punibile con il carcere l’oltraggio al parlamento da parte dei membri del governo e vincolano il presidente a fare periodicamente rapporto al parlamento. Secondo il DPP i contenuti della legge sono però vaghi, se non una prevaricazione dei poteri del governo.

Il DPP e molti suoi sostenitori hanno inoltre detto che la legge potrebbe essere un rischio per la sicurezza nazionale di Taiwan. Il governo cinese considera l’isola come una sua provincia ribelle che prima o poi si riunirà al resto della Cina: negli ultimi anni le pressioni diplomatiche e militari cinesi su Taiwan e i suoi alleati sono molto aumentate. Il programma del Kuomintang, che al momento è il principale partito di opposizione a Taiwan e quello con più seggi in parlamento, prevede ufficialmente di favorire la riunificazione con la Cina. Secondo i critici la nuova legge permetterebbe a certi parlamentari particolarmente filocinesi di condividere con la Cina documenti riservati su argomenti sensibili per Taiwan.

La protesta dei membri del DPP in parlamento (AP Photo/Chiang Ying-ying)

Già nelle ultime settimane, quando era iniziata la discussione parlamentare sulla proposta, c’erano state proteste sia fuori sia dentro al parlamento. Il numero dei manifestanti non è chiaro, ma è stimato che in varie occasioni si siano radunate fuori dall’aula alcune migliaia di persone, in quello che viene considerato il più grosso movimento di protesta dalle enormi manifestazioni del 2014 del cosiddetto “Movimento dei girasoli”, una protesta studentesca contro un accordo commerciale che il governo taiwanese di allora, sostenuto dal Kuomintang, voleva stringere con la Cina.

All’interno del parlamento gli scontri fra i parlamentari di opposizione e quelli filogovernativi sono stati anche più accesi che nelle strade, con frequenti urli e spintoni. Il 17 maggio c’era stata una piccola rissa in aula, e un esponente del DPP era scappato portando con sé la copia cartacea della proposta di legge. Lunedì invece i membri del Kuomintang hanno portato in aula dei palloncini a forma di sole – il simbolo del partito – dicendo di voler «far entrare il sole in parlamento». Quelli del DPP invece hanno lanciato loro dei sacchetti della spazzatura e degli aeroplani di carta.

Il Kuomintang ha inoltre accusato il DPP di essere contrario alla legge per ostacolare eventuali indagini per corruzione e “dipingere di rosso” ingiustamente il partito, cioè farlo apparire più vicino al Partito comunista cinese (il cui colore è il rosso) di quanto non sia in realtà.

Parlamentari del Kuomintang nel parlamento di Taiwan, il 18 maggio 2024 (AP Photo/Chiang Ying-ying)

Alle elezioni di gennaio sono stati eletti sia il nuovo presidente sia i nuovi membri del parlamento. Il DPP aveva vinto le elezioni presidenziali e aveva ottenuto leggermente più voti anche alle legislative: a causa del complicato sistema elettorale taiwanese tuttavia non aveva ottenuto la maggioranza, neanche relativa, nello Yuan legislativo, che è il parlamento unicamerale di Taiwan. Il DPP ha 51 seggi e il Kuomintang 52, ma in più può contare sul sostegno degli otto parlamentari del Partito Popolare di Taiwan.

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