Il parlamento della Georgia ha respinto il veto presidenziale sulla legge sugli “agenti stranieri”, che quindi entrerà in vigore

Una donna vestita di rosso al centro della foto con un pugno alzato circondata da bandiere dell'unione europea e della Georgia
Una manifestazione contro la legge sugli "agenti stranieri" il 13 maggio a Tbilisi, in Georgia (AP Photo/Zurab Tsertsvadze)

Martedì il parlamento della Georgia ha respinto il veto della presidente Salomé Zourabichvili alla contestata legge sui cosiddetti “agenti stranieri”, che quindi entrerà in vigore, fra 60 giorni. La legge era stata approvata in una votazione finale dal parlamento a metà maggio nonostante le grandi proteste popolari che andavano avanti da più di un mese. Ci si aspettava anche che sarebbe entrata in vigore nonostante il veto della presidente, dato che il suo è un ruolo perlopiù cerimoniale e che il parlamento aveva comunque i numeri per respingere il suo veto. Zourabichvili ha voluto provare la sua contrarietà alla misura, ma di fatto la sua decisione ne aveva solo posticipato l’entrata in vigore.

La legge è stata fatta sul modello di una legge russa che il regime del presidente autoritario Vladimir Putin ha usato per far chiudere media indipendenti, organizzazioni non governative e associazioni della società civile. Prevede che i media e le ong che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero debbano registrarsi come entità che «perseguono gli interessi di una potenza straniera». È la stessa legge, con lievi modifiche, che era stata proposta poco più di un anno fa e poi ritirata, dopo una serie di altre proteste. Era stata voluta fortemente dal governo guidato dal partito populista Sogno Georgiano, di cui Zourabichvili non fa parte.

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