Il video che sta facendo litigare Spagna e Israele, con i miliziani di Hamas e il flamenco
Lo ha pubblicato il ministro degli Esteri israeliano per criticare la decisione del governo spagnolo di riconoscere lo Stato di Palestina, e sta provocando diverse polemiche
Domenica il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha pubblicato un video su X (Twitter) che sta facendo molto discutere in Spagna. Il video è accompagnato da una scritta in cui Katz si rivolge al primo ministro spagnolo Pedro Sánchez e gli dice: «Hamas vi ringrazia per il vostro servizio». È composto da immagini di miliziani di Hamas durante l’attacco in Israele del 7 ottobre con in sottofondo un flamenco, intermezzate da due ballerini che danzano sulle note della tipica musica spagnola. Il tutto sormontato da una grande scritta «Hamas: gracias España» («Hamas: grazie Spagna»).
Con la sua frase Katz fa riferimento all’annuncio fatto il 22 maggio dal governo della Spagna dell’intenzione di riconoscere formalmente lo Stato di Palestina. Oltre alla Spagna, anche Irlanda e Norvegia hanno annunciato la stessa cosa: riconoscere uno Stato significa avviare relazioni diplomatiche ufficiali, ma nel caso della Palestina il riconoscimento internazionale ha soprattutto un alto valore simbolico e politico.
Il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha risposto a Katz durante una conferenza stampa a Bruxelles, in Belgio, dicendo: «Non cadremo in provocazioni. Il video è scandaloso ed esecrabile. È scandaloso perché tutto il mondo sa, compreso il mio collega in Israele, che la Spagna ha condannato le azioni di Hamas fin dal primo momento. Inoltre, mi sembra esecrabile per l’uso offensivo di un simbolo della nostra cultura, il flamenco, che è ciò di cui il mondo ha bisogno in questo momento, una lingua universale che ci ispiri e che ci avvicini a tutti i popoli del mondo».
Il 23 maggio Katz aveva pubblicato due video simili diretti ai primi ministri di Irlanda e Norvegia. Quello contro la Spagna lo ha pubblicato un giorno dopo che la ministra della Difesa spagnola Margarita Robles aveva commentato la guerra israeliana in corso nella Striscia di Gaza definendo l’uccisione di migliaia di civili palestinesi un «autentico genocidio».
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La volontà dei governi di Spagna, Irlanda e Norvegia di riconoscere lo Stato di Palestina era nota da tempo. La Spagna aveva approvato una risoluzione per il riconoscimento dello Stato di Palestina già nel 2014, dieci anni fa: tuttavia, in seguito, sia i governi di centrodestra di Mariano Rajoy sia quelli di sinistra di Pedro Sánchez avevano sostenuto che il riconoscimento ufficiale della Palestina avrebbe dovuto essere formalizzato solo insieme a tutti gli altri paesi dell’Unione Europea.
Al momento la Palestina è riconosciuta da quasi due terzi degli stati membri delle Nazioni Unite, ovvero da gran parte degli stati dell’America Latina, dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa orientale. L’Italia non riconosce lo stato palestinese, ma ha comunque un ufficio consolare a Gerusalemme che «cura le relazioni che il Governo italiano intrattiene con le autorità palestinesi».
In passato anche il Parlamento Europeo aveva approvato una risoluzione in cui diceva di sostenere in linea di principio uno stato palestinese entro i confini del 1967, ma al momento solo nove dei 27 paesi membri dell’Unione lo riconoscono: Bulgaria, Cipro, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Svezia e Ungheria.
Nel 2012 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva promosso la Palestina da “entità non statuale” a “stato osservatore non membro”, con 138 voti favorevoli (compreso quello dell’Italia), 9 contrari (tra cui Stati Uniti, Canada e Israele) e 41 astenuti.