La contestata proposta di Rishi Sunak per reintrodurre il servizio militare e civile nel Regno Unito
L'opposizione britannica ha definito il piano del primo ministro Conservatore una trovata elettorale: si sono opposti anche molti ufficiali
Nel corso del fine settimana Rishi Sunak, il primo ministro britannico e candidato del Partito Conservatore per le elezioni del 4 luglio, ha promesso che, se tornerà al governo, reintrodurrà una forma di servizio militare e civile per tutti i diciottenni, che saranno obbligati a trascorrere un anno nell’esercito oppure a fare servizio civile per un periodo. La proposta ha provocato un ampio dibattito e molte polemiche, e ha contribuito a portare l’attenzione sulla campagna elettorale di Sunak, che era cominciata la scorsa settimana in maniera piuttosto negativa.
La proposta di Sunak è stata assai contestata: tra le altre cose, pochi giorni fa un membro del suo stesso governo aveva pubblicamente smentito la possibilità di una reintroduzione del servizio militare durante un dibattito in parlamento. Al tempo stesso, però, la proposta riprende in parte quelle già fatte da altri governi europei, che vedono nel ritorno di una qualche forma di servizio militare un modo per alleviare le difficoltà e le carenze degli eserciti europei.
Annunciando la sua proposta, Sunak ha detto che «un nuovo modello» di servizio militare è necessario anzitutto per rafforzare l’esercito, perché «oggi il Regno Unito affronta un futuro che è più pericoloso e più diviso». Questa necessità era stata resa evidente anche in passato: per esempio Ben Wallace, ex ministro della Difesa, ha detto più volte che l’esercito britannico è «in condizioni pietose» e «obsoleto». Ma Sunak ha citato anche un’altra ragione per reintrodurre il servizio militare, che probabilmente piacerà agli elettori Conservatori più anziani e tradizionalisti: promuovere «un senso di scopo nei nostri giovani e un rinnovato orgoglio per il nostro paese».
Nel Regno Unito la leva obbligatoria fu abolita nel 1960 (in Italia nel 2005). Il nuovo servizio proposto da Sunak prevede un sistema che rimarrebbe comunque obbligatorio ma con due opzioni tra cui scegliere.
La maggior parte dei diciottenni farebbe «servizio di comunità» un fine settimana al mese per un anno, facendo volontariato nella polizia, nei vigili del fuoco, negli ospedali, nelle comunità locali e così via.
Ci sarebbe poi un gruppo selezionato di 30 mila diciottenni, definiti «i migliori e i più brillanti» dal Partito Conservatore, che dovrebbe entrare nell’esercito e fare il servizio militare per un anno, occupandosi però di mansioni non legate al combattimento, come la logistica o la cybersecurity. Il servizio militare non sarebbe obbligatorio, ma il servizio civile sì.
Sunak ha detto inoltre che il governo vorrebbe fornire dei vantaggi ulteriori ai diciottenni che entreranno per un anno nell’esercito, come per esempio incoraggiare i datori di lavoro «a tenere in maggiore considerazione chi ha completato il servizio militare».
Il piano di Sunak ha provocato subito molte polemiche: il Partito Laburista lo ha definito una trovata elettorale e un atto disperato dei Conservatori, che nei sondaggi sono indietro di circa 20 punti percentuali. Molti hanno notato inoltre che pochi giorni prima dell’annuncio di Sunak un sottosegretario del suo stesso governo, durante un dibattito in parlamento, aveva detto che non c’erano piani per un ritorno del servizio militare, e che il governo riteneva problematico per le forze armate la sua reintroduzione.
Il piano sarebbe anche abbastanza costoso: secondo le stime del Partito Conservatore costerebbe 2,5 miliardi di sterline, che sarebbero pagati in parte attingendo a un fondo per la riqualificazione delle aree più depresse del Regno Unito e in parte con la lotta all’evasione fiscale. Anche per questo, parlando con i media britannici, vari militari hanno criticato la proposta, che secondo loro finirebbe per indirizzare risorse nella gestione dei diciottenni e non nella spesa militare o in altre priorità del paese.
Indipendentemente dall’efficacia del piano, con la sua proposta Sunak è comunque riuscito a polarizzare il dibattito politico e a distogliere l’attenzione del pubblico britannico dalle sue iniziali gaffe di campagna elettorale, e questo è probabilmente già un buon risultato per lui.
Inoltre la proposta, benché sia stata accolta con un certo scetticismo dagli stessi militari, si inserisce in un dibattito già presente in Europa, dove vari governi stanno discutendo, con maggiore o minore serietà, proposte simili. In Italia per esempio la Lega Nord ha presentato una proposta per la reintroduzione del servizio civile e militare, intendendola però come una forma di educazione della gioventù: «È una grande forma di educazione civica», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini un paio di settimane fa (gli ha subito risposto il ministro della Difesa Guido Crosetto: «Le forze armate non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani»).
Altre riflessioni più circostanziate sono quelle della Germania, dove il ministro della Difesa Boris Pistorius sta discutendo da tempo della necessità di rendere le forze armate tedesche «pronte alla guerra» anche tramite un nuovo sistema di leva obbligatoria (abolita in Germania nel 2011). Il dibattito nel paese è comunque molto complicato, e vari membri del governo, tra cui il cancelliere Olaf Scholz, si sono detti contrari.
Attualmente, nell’Unione Europea, i paesi dove il servizio militare e civile è ancora obbligatorio sono nove: Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Lettonia, Lituania e Svezia.