La Slovacchia e la Repubblica Ceca non vanno più tanto d’accordo
C'entra l'avvicinamento del governo slovacco di Robert Fico alla Russia, che la Repubblica Ceca non approva
A inizio marzo il primo ministro della Repubblica Ceca Petr Fiala ha annunciato la sospensione degli incontri informali che avvenivano periodicamente fra il suo governo e quello della Slovacchia, per via dell’avvicinamento di quest’ultima alla Russia. Le consultazioni erano state istituite nel 2012 e avevano lo scopo di mantenere vivi e stretti i rapporti fra i due paesi, che fino al 1993 facevano parte di un solo stato, la Cecoslovacchia, il cui scioglimento avvenne pacificamente. Il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky ha spiegato che «il motivo per cui abbiamo cancellato le consultazioni intergovernative è che le nostre opinioni sull’aggressione russa all’Ucraina sono radicalmente diverse».
La Repubblica Ceca è governata dal 2021 da un governo di coalizione guidato dal Partito Democratico Civico, di destra, che sostiene con fermezza l’Ucraina da quando è iniziata l’invasione su larga scala della Russia nel febbraio del 2022. In Slovacchia invece si è insediato a ottobre del 2023 un governo nazionalista e filorusso guidato dal primo ministro Robert Fico, che al momento è in ospedale dopo essere stato gravemente ferito in un attentato lo scorso 15 maggio e il suo ruolo è temporaneamente ricoperto dal ministro della Difesa Robert Kaliňák.
Durante la campagna elettorale Fico, che era già stato primo ministro tre volte, aveva promesso ai suoi elettori che non avrebbe fornito «un solo proiettile» all’Ucraina e che avrebbe lavorato per fermare tutti gli aiuti militari che il paese stava ricevendo dall’Unione Europea, di cui sia la Slovacchia che la Repubblica Ceca sono membri. Da allora in realtà la Slovacchia non ha mai bloccato in sede europea l’invio di armi all’Ucraina, ma nel dibattito nazionale Fico ha portato avanti una retorica molto antieuropea e filorussa, avvicinando progressivamente il suo governo a quello del presidente russo Vladimir Putin: Fico ha detto più volte di ammirare Putin, e la Slovacchia, insieme all’Ungheria (il cui governo è notoriamente filorusso), è stato uno dei pochissimi stati membri dell’Unione Europea che hanno inviato un rappresentante per partecipare al giuramento per il suo quinto mandato presidenziale.
Le posizioni del governo slovacco rispecchiano abbastanza quelle della sua popolazione. Secondo uno studio condotto nel 2023 dal think tank Globsec, per esempio, solo il 40 per cento degli slovacchi ritiene che la Russia sia la principale responsabile della guerra in Ucraina: il 34 per cento degli intervistati aveva sostenuto che fosse stato «l’Occidente a provocare la Russia», mentre il 17 per cento credeva che la responsabilità fosse principalmente dell’Ucraina, che aveva «oppresso la parte russofona della sua popolazione». Tuttavia l’ultimo Eurobarometro, il principale sondaggio annuale commissionato dall’Unione Europea, pubblicato a metà maggio 2024, mostra come le popolazioni dei due paesi abbiano idee abbastanza simili sulla guerra in Ucraina: nonostante la popolazione slovacca sia leggermente più filorussa, in entrambi i casi più della metà della popolazione è d’accordo con l’imposizione di sanzioni alla Russia, ma contraria all’invio di altre armi in Ucraina.
La decisione del governo ceco di interrompere la tradizione dei colloqui intergovernativi con la Slovacchia è arrivata pochi giorni dopo un incontro fra il ministro degli Esteri slovacco Juraj Blanár e il suo corrispettivo russo Sergei Lavrov in Turchia. Tuttavia, l’allontanamento dei due paesi era già diventato chiaro a fine febbraio durante un vertice a Praga, in Repubblica Ceca, dei capi di stato del cosiddetto “Gruppo di Visegrád”, composto da Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca: dopo l’incontro ufficiale, il primo ministro polacco Donald Tusk è stato ricevuto dal presidente ceco europeista Petr Pavel, mentre Fico e il primo ministro ungherese Viktor Orbán si sono visti con il predecessore di Pavel, l’ex presidente ceco e noto filorusso Milos Zeman. Durante la stessa visita Orbán ha anche incontrato l’ex primo ministro ceco Andrej Babis, che aveva perso alle elezioni presidenziali contro Pavel nel 2023 e che sostiene apertamente, come Zeman, la leadership di Fico.
In pratica, incontrando Zeman e Babis, Fico e Orbán hanno legittimato e mostrato sostegno agli attuali avversari del governo ceco in carica, una cosa piuttosto irrituale e irrispettosa in un contesto ufficiale.
La divisione fra Slovacchia e Repubblica Ceca sul tema dell’appoggio alla Russia è risultata ancora più chiara quando a fine aprile il giornale ceco Deník N ha scritto che l’agenzia di intelligence della Repubblica Ceca, insieme a quelle di altri paesi europei, aveva iniziato a filtrare e ridurre le informazioni trasmesse alla sua controparte slovacca per non rischiare che dati sensibili venissero intercettati da eventuali informatori russi.
Tuttavia il ministro degli Esteri ceco Lipavsky ha ricordato che, benché quella di interrompere questi colloqui sia stata una decisione senza precedenti, le relazioni fra i due paesi non sono ancora arrivate a un punto talmente critico da portare a conseguenze più gravi, come per esempio al ritiro dell’ambasciatore ceco dalla Slovacchia.