Da dove viene Sean Baker
Il regista statunitense, che ha appena vinto la Palma d'oro al festival di Cannes, si distingue da tempo per la capacità di raccontare le persone che lavorano con il sesso in modi unici e non stereotipati
Sabato il regista statunitense Sean Baker ha vinto la Palma d’oro a Cannes per Anora, commedia che racconta la storia di Anora (Mikey Madison), una sex worker che lavora in un locale di New York, e della sua relazione con Ivan (Mark Eydelshteyn), un ventenne russo che proviene da una famiglia di ricchi oligarchi che prova a ostacolare in ogni modo il loro rapporto.
Anora è stato accolto favorevolmente dalle persone addette ai lavori che l’hanno visto in anteprima al festival. Il critico cinematografico di BBC Nicholas Barber ha assegnato ad Anora un punteggio di quattro stelle su cinque, descrivendolo come un film che alterna «energia e momenti di risate a crepapelle», mentre Damon Wise di Deadline ha scritto che «è un film in tre parti che accelera con grande velocità, viaggia ad alta quota per un tempo sorprendentemente lungo, poi torna con i piedi per terra con un finale profondamente toccante e quasi insopportabilmente malinconico».
Baker è un regista apprezzato per la sua capacità di fare film con budget bassi, e anche quando i finanziamenti che ha a disposizione sono un po’ più consistenti mantiene comunque uno stile vicino a quello del cinema indipendente. Quelli che ha realizzato negli ultimi dieci anni hanno ricevuto generalmente recensioni molto positive e sono stati lodati per alcune peculiarità, come la cura per la fotografia, il talento nella gestione di attori e attrici esordienti e a volte privi di qualsiasi esperienza nel cinema e la capacità di raccontare in maniera acuta e divertente il sesso e le persone che con il sesso ci lavorano.
Baker ha 53 anni e cominciò la carriera nel cinema nel 2000 quando ne aveva 29 anni con il film Four Letter Words (2000), cui sono seguiti Take Out (2004), Prince of Broadway (2008), Starlet (2012) e i suoi tre film più famosi, Tangerine (2015), Un sogno chiamato Florida (2017) e Red Rocket (2021).
All’inizio della propria carriera, per preservare le scarse risorse che aveva a disposizione, Baker si arrangiava come meglio poteva e presidiava ogni aspetto della realizzazione dei film: girava le scene, scriveva le sceneggiature e i dialoghi e curava anche una parte del montaggio. Il primo film in cui potè permettersi di retribuire un’attrice professionista (Dree Hemingway) fu Starlet.
Su Variety Peter Debruge ha scritto che, sebbene a un primo sguardo Anora potrebbe essere percepito come un film pretenzioso che vuole presentarsi a tutti i costi come sovversivo e disturbante, in realtà è perfettamente in linea con i temi ricorrenti della filmografia di Baker, che racconta storie di persone che lavorano con il sesso già da una decina d’anni. Secondo Debruge, Anora sottolinea una volta di più come per Baker «il lavoro sessuale sia un lavoro a tutti gli effetti, e che sia più centrale per la società di quanto la società stessa voglia ammettere».
In effetti quasi tutti i suoi film hanno per protagoniste persone che lavorano con il sesso, come per esempio Starlet, che racconta la storia di un’attrice agli inizi della sua carriera nel porno, e i più famosi Tangerine, Un sogno chiamato Florida e Red Rocket.
Tangerine uscì nel 2015 e tra le altre cose si fece notare per la particolarità di essere stato girato quasi interamente con tre iPhone 5s, un rimedio a cui Baker dovette ricorrere a causa del budget molto limitato che aveva a disposizione. Parla di Sin-Dee e Alexandra, due prostitute transgender che vanno alla ricerca del fidanzato della prima, che l’aveva tradita mentre lei si trovava in prigione.
Un sogno chiamato Florida fu presentato nel 2017 a Cannes, dove fu molto ben accolto. Parla di alcuni bambini e alcuni adulti che vivono o lavorano in un motel a Orlando, in Florida, vicino a Disney World. Solo che il parco divertimenti non si vede quasi mai, perché il motel è frequentato da gente povera, con problemi di vario tipo.
I personaggi principali sono tre: una madre, la figlia di sei anni e il gestore del motel. I personaggi sono interpretati nell’ordine da Bria Vinaite, un’attrice lituana che Baker scoprì su Instagram, da una bambina nata nel 2010 (Brooklynn Prince) e da Willem Dafoe. Halley vive sola con la figlia e il suo principale problema è trovare di volta in volta i soldi per pagare la stanza (38 dollari a notte): per farlo comincia a prostituirsi.
A un certo punto del film Halley e Moonee cercano di vendere profumi, trovati a poco prezzo, ai turisti fuori da un lussuoso hotel. I turisti di quella scena non sono attori, ma veri turisti che non sapevano di essere ripresi. Per quella scelta (e per altri motivi, come il fatto che il motel esiste davvero e che nel film recitavano alcuni suoi veri dipendenti e ospiti), la critica descrive spesso Un sogno chiamato Florida come un film con qualcosa di neorealista.
Fu girato con un budget più alto di quello di Tangerine, ma comunque modesto se comparato alle grandi produzioni di Hollywood: costò in totale due milioni di dollari e fu girato su pellicola, in analogico (tranne l’ultima scena, girata con un iPhone).
Red Rocket uscì invece tre anni fa: parla di un ex pornoattore e “suitcase pimp” (un uomo che ha relazioni sia professionali che sentimentali con attrici porno) che torna nella città del Texas in cui è cresciuto e conosce una diciassettenne che lui ritiene potrebbe sfondare nel mondo del porno, così da permettergli a sua volta di ritornare nel giro. Pur non mostrando direttamente il dietro le quinte del porno, Red Rocket fu apprezzato per la brillantezza della sua sceneggiatura e per il suo tentativo di far riflettere gli spettatori sulla percezione del sesso, e in parte della pornografia, fuori da certi contesti.