Anche i ciclisti amatori possono sfidare Tadej Pogačar, e ovviamente perdono
Lo sloveno che sta dominando il Giro d'Italia sta caricando le tracce GPS delle sue tappe sull'applicazione Strava, molto usata tra gli sportivi per confrontare le statistiche
Il ciclista sloveno Tadej Pogačar sta dominando il Giro d’Italia: è primo in classifica con oltre sette minuti di vantaggio sul secondo, ha già vinto cinque tappe e ogni giorno continua a intrattenere gli appassionati con prestazioni spettacolari. In alcune tappe Pogačar ha utilizzato Strava, un’applicazione diffusissima tra gli sportivi che usa il tracciamento GPS per registrare un’attività fisica come una corsa o una pedalata e misurare vari parametri come la velocità, l’altitudine, i chilometri e il dislivello percorso. È usata abitualmente dagli amatori, ma ci sono anche molti ciclisti professionisti che la usano per avere più dati sui loro allenamenti e sulle loro gare.
La particolarità di Strava è che permette agli utenti di confrontare le loro statistiche con quelle degli altri ciclisti che hanno pedalato sullo stesso percorso. Anche gli amatori possono quindi rifare una salita o un pezzo di una tappa del Giro d’Italia per esempio, e vedere quanto più lenti sono stati rispetto ai ciclisti professionisti. Solitamente molto, soprattutto nel caso di Tadej Pogačar, che ha vinto praticamente tutte le tappe con un arrivo in salita.
Su Strava, in molte salite lo sloveno è il King of the Mountain (re della montagna), o KOM, un titolo che l’applicazione assegna al ciclista o alla ciclista (Queen of the Mountain, in quel caso) che ha percorso una determinata salita nel minor tempo. Domenica 19 maggio Pogačar ha caricato la traccia del suo percorso nella tappa di montagna più impegnativa di questo Giro d’Italia, quella che andava da Manerba del Garda fino al comprensorio sciistico del Mottolino, a Livigno, con in mezzo le scalate sul Mortirolo e sul passo di Foscagno.
Pogačar ha cominciato il passo di Foscagno con oltre tre minuti di svantaggio sul ciclista che era primo in quel momento, il colombiano Nairo Quintana, e in mezzo c’erano diversi altri ciclisti. A sei chilometri dalla cima, e a tredici chilometri dall’arrivo della tappa, Pogačar ha accelerato, superando tutti gli avversari che aveva davanti e arrivando primo al traguardo. Guardando i dati su Strava, ha scalato i 14 chilometri del passo in 34 minuti e 50 secondi, il miglior tempo mai registrato sul percorso sugli oltre 20mila presenti su Strava (guadagnando quindi un altro titolo di KOM).
Se si scorre la classifica, nelle prime posizioni si trovano altri ciclisti professionisti, molti dei quali presenti a questo Giro d’Italia come Valentin Paret-Peintre e Filippo Zana. La maggior parte, invece, sono probabilmente degli amatori. Gli ultimi ci hanno messo oltre 3 ore e 50 a scalare il passo, se si escludono gli ultimi tre che probabilmente si sono dimenticati il GPS acceso di notte, visto che ci hanno messo più di sedici ore.
Nel pubblicare i dati sulla tappa, Pogačar ha detto anche che un utente l’ha “flaggato” su Strava, cioè lo ha segnalato, mettendo in dubbio che ci avesse messo così poco tempo a fare quel percorso, un modo forse ironico per evidenziare l’eccezionalità di Pogačar. Il 22 maggio, nella descrizione della tappa da Selva di Val Gardena al Passo del Brocon, in cui è arrivato secondo (guadagnando altri secondi in classifica generale), lo sloveno ha scritto «haters gonna flag», gli odiatori mi flaggheranno.
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