Giorgia Meloni ha annunciato la sospensione del decreto ministeriale sul cosiddetto “redditometro”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato la sospensione del decreto ministeriale sul cosiddetto “redditometro” che tra lunedì e martedì aveva suscitato la contrarietà di Lega e Forza Italia, i partiti di governo insieme a Fratelli d’Italia. Il decreto era stato firmato il 7 maggio dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo ma era stato pubblicato lunedì in Gazzetta Ufficiale: avrebbe introdotto nuove regole per far funzionare il vecchio strumento dell’Agenzia delle Entrate per comparare le spese di un contribuente con il suo reddito dichiarato, e così individuare eventuali somme evase nel caso di incoerenza tra i due valori.
Non è la prima volta che una decisione del ministero dell’Economia, e in particolare di Leo che ha la delega sul fisco, genera polemiche e costringe Meloni a un intervento per bloccare o correggere iniziative in materia fiscale. Era già successo a ottobre, durante la discussione sulla legge di bilancio, di cui erano circolate bozze che riconoscevano all’Agenzia delle Entrate la facoltà di pignorare automaticamente una parte dei conti correnti dei contribuenti che avevano un debito di almeno 1.000 euro con lo Stato. Un anno prima, sempre durante la discussione della legge di bilancio, alcune bozze iniziali limitavano fortemente l’utilizzo dei pagamenti elettronici con il POS, in palese contrasto con uno degli obiettivi inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il grande piano di riforme e investimenti finanziato coi fondi europei.
«Nessun Grande Fratello fiscale sarà mai introdotto da Fratelli d’Italia, dal centrodestra, da questo governo», ha detto Meloni in un video diffuso dal proprio profilo su Instagram: «Noi siamo sempre stati contrari a meccanismi invasivi come il redditometro applicati a persone oneste e la nostra posizione non è cambiata». Il redditometro è sempre stato contestato da parte della destra e in generale non è mai stato particolarmente popolare, perché ritenuto lesivo della privacy dei cittadini e delle cittadine.
Il nuovo decreto ministeriale avrebbe introdotto 56 voci specifiche di spesa tracciabili dall’Agenzia, tra cui quelle per l’abbigliamento, i generi alimentari, il costo del mutuo o dell’affitto, le bollette, le spese per i mezzi di trasporto di proprietà (rate della macchina o costo dell’assicurazione), ma anche quelle per l’acquisto di borse e valigie, o il pagamento di alberghi e ristoranti.