La rottura tra l’estrema destra francese e l’estrema destra tedesca
Il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella ha preso le distanze da Alternative für Deutschland: c'entrano due interviste pubblicate da Repubblica e dal Financial Times, e un'insofferenza che va avanti da tempo
A due settimane dalle elezioni europee, il partito dell’estrema destra francese Rassemblement National (RN) ha deciso di prendere le distanze da Alternative für Deutschland, il secondo partito più popolare in Germania e finora uno dei principali alleati di RN nel gruppo del Parlamento europeo Identità e Democrazia (ID, di estrema destra). La rottura è stata decisa da RN in seguito alle dichiarazioni sui nazisti fatte qualche giorno fa su Repubblica e sul Financial Times da Maximilian Krah, capolista dell’AfD alle elezioni europee del prossimo giugno: dopo l’annuncio della rottura anche il suo stesso partito ne ha preso le distanze.
In un’intervista al quotidiano Libération, il responsabile della campagna elettorale di RN, Alexandre Loubet, ha detto: «Non ci siederemo più con loro nella prossima legislatura». La presa di posizione di RN in vista della futura composizione di ID è stata commentata anche dalla Lega di Matteo Salvini, partito che fa a sua volta parte del gruppo: «Come sempre Matteo Salvini e Marine Le Pen sono perfettamente allineati e concordi».
Nelle interviste al centro della questione Krah aveva sostenuto che non tutti i membri delle SS, organizzazione paramilitare della Germania nazista, avrebbero dovuto essere considerati «automaticamente» dei criminali di guerra: «Bisogna valutare individualmente le colpe. (…) E prima di dichiarare qualcuno un criminale, voglio sapere cosa ha fatto. Tra le 900mila SS c’erano anche tanti contadini: c’era sicuramente una percentuale alta di criminali, ma non tutti lo erano. Non dirò mai che chi aveva una uniforme delle SS era automaticamente un criminale».
Mercoledì mattina un portavoce di AfD ha detto all’agenzia di stampa tedesca DPA che il partito ha vietato a Krah di apparire in eventi futuri della campagna elettorale. Lo stesso Krah lo ha confermato in un tweet, aggiungendo di essersi dimesso dalla segreteria del partito. Secondo il giornale tedesco Süddeutsche Zeitung l’avrebbe fatto per evitare di essere rimosso dagli altri dirigenti. Al momento, comunque, Krah non ha lasciato il suo posto da capolista: in Germania si vota con i listini bloccati, e a meno di risultati assai sorprendenti per AfD, Krah verrà eletto al Parlamento Europeo.
Da tempo Marine Le Pen, presidente di RN prima della nomina di Jordan Bardella e futura candidata alla presidenza di Francia, sta cercando di dare un’immagine più rassicurante al Rassemblement National per lasciarsi alle spalle, almeno apparentemente, una pesante eredità razzista e antisemita e per espandere la sua base elettorale. E da tempo Le Pen si è trovata nella situazione di doversi giustificare per le dichiarazioni o le prese di posizione estreme dei dirigenti dell’AfD. «La decisione [da prendere nei confronti dell’AfD, ndr] spetterà a Jordan Bardella, ma non intendo passare la campagna elettorale a giustificarmi», aveva ad esempio detto Le Pen lo scorso 25 gennaio.
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AfD esiste da una decina d’anni e nonostante negli ultimi mesi stia cercando di raccontarsi come più moderato rispetto alle origini, diversi suoi leader e attivisti rimangono in contatto con ambienti neonazisti e illiberali. Da tempo i servizi segreti tedeschi hanno messo sotto sorveglianza il partito per valutarne la pericolosità e ad aprile è iniziato un processo contro Björn Höcke, uno dei suoi esponenti più radicali, accusato di aver usato uno slogan nazista durante un comizio del 2021.
A inizio gennaio la notizia che alcuni leader del partito avevano discusso di un piano con noti attivisti neonazisti per espellere richiedenti asilo e cittadini tedeschi di origine straniera aveva provocato grosse manifestazioni a favore della democrazia. Nelle ultime settimane AfD aveva dovuto inoltre affrontare un altro problema: a fine aprile uno degli assistenti di Maximilian Krah era stato arrestato con l’accusa di essere una spia per conto della Cina. Poco dopo era stato reso noto che anche Krah era stato al centro di due indagini preliminari su presunti finanziamenti da parte di Cina e Russia.
Nella sua intervista a Repubblica Krah, commentando l’ipotesi di un’espulsione del suo partito dal gruppo europeo Identità e Democrazia, aveva detto: «Se saremo espulsi, dubito che raggiungeranno il numero di sette paesi necessari per formare un gruppo». Dopo il voto di giugno, e senza i rappresentanti dell’AfD, il gruppo di ID al Parlamento potrebbe in effetti avere dimensioni più ridotte rispetto alle aspettative e questo potrebbe essere un problema. Come aveva affermato la stessa Le Pen a Le Monde nel dicembre del 2023 «è difficile immaginare una strategia europea che ignori i tedeschi. Sono l’elefante nella stanza».
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Identità e Democrazia è un gruppo composto da partiti di estrema destra in cui rientra anche la Lega di Matteo Salvini. Attualmente Identità e Democrazia ha 59 membri ed è il sesto gruppo più grande del Parlamento europeo. Ha eurodeputati di dieci paesi, la maggior parte dei quali provenienti dalla Lega italiana, da RN e dall’AfD. Include, tra gli altri, anche il Partito della Libertà dell’olandese Geert Wilders, che alle ultime elezioni nei Paesi Bassi è stato a sorpresa il più votato, e il partito belga Vlaams Belang, il secondo partito più popolare del paese.