I turisti bloccati in Nuova Caledonia per la chiusura dell’aeroporto saranno evacuati
I ministri degli Esteri di Australia e Nuova Zelanda hanno detto che da martedì inizieranno le evacuazioni via aereo dei turisti rimasti bloccati in Nuova Caledonia per la chiusura dell’unico aeroporto, dovuta alle proteste in corso da una settimana nel territorio francese in Oceania. Per organizzare i voli è stata necessaria l’autorizzazione del governo francese. Le evacuazioni riguarderanno sia i turisti australiani e neozelandesi che quelli di altre nazionalità: si stima che sull’isola ci siano in tutto circa tremila turisti stranieri.
Da circa una settimana in Nuova Caledonia sono in corso grosse proteste che hanno causato al momento cinque morti (fra cui due poliziotti), decine di feriti, centinaia di arresti e molti incendi dolosi di aziende e negozi. Le proteste sono iniziate per la modifica di una legge elettorale proposta dal governo francese, che secondo una parte degli indigeni kanak (che costituiscono il 40 per cento dei 270mila abitanti) diluirebbe il loro peso elettorale. Nell’isola è attivo da decenni un movimento indipendentista che chiede la separazione della Francia: dal 2018 al 2021 si sono svolti effettivamente tre referendum sull’indipendenza, tutti vinti da chi voleva restare della Francia.
Molti turisti sono rimasti barricati negli hotel: Maxwell Winchester, dall’Australia, ha detto all’agenzia di stampa francese AFP che «dovevamo dormire con un occhio aperto» per timore dei saccheggi. L’aeroporto della Nuova Caledonia si trova a circa 60 chilometri dal capoluogo Nouméa: le forze dell’ordine hanno detto di aver smantellato 76 posti di blocco creati dai manifestanti sulla strada tra la città e l’aeroporto. Il ministro degli Esteri neozelandese, Winston Peters, ha detto che il primo volo di evacuazione porterà in Nuova Zelanda i 50 turisti «con le esigenze più urgenti».
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