L’uomo accusato di aver sparato al primo ministro slovacco Robert Fico potrebbe non aver agito da solo, dice il ministro dell’Interno
Domenica il ministro dell’Interno slovacco Matus Sutaj Estok ha detto che l’uomo accusato per l’attentato al primo ministro Robert Fico, compiuto mercoledì scorso, potrebbe non aver agito da solo, contrariamente a quanto ritenuto finora. Fico è stato colpito con diversi colpi di arma da fuoco dopo un evento politico ad Handlová, 180 chilometri a nord-est della capitale Bratislava: è ricoverato in condizioni gravi, ma non è in pericolo di vita. Dopo l’attentato le autorità avevano detto che l’attacco sembrava avere motivazioni politiche, ma che il principale sospettato, secondo i media locali un’ex guardia di sicurezza di 71 anni, non sembrava avere legami con organizzazioni politiche di qualche tipo.
Domenica Estok ha detto che le prime indagini sembrano suggerire il contrario. In particolare il fatto che due ore dopo l’attentato sono state cancellate le comunicazioni dell’uomo effettuate via internet, sia su Facebook che altrove: secondo quanto riferito da Estok, a cancellare la cronologia non sarebbe stato né il sospettato stesso né sua moglie. Le indagini comunque sono ancora in corso, e puntano ad accertare proprio l’eventuale esistenza di legami tra l’uomo e altre persone relativamente all’attentato.
Secondo le informazioni attualmente disponibili, l’uomo che ha sparato era molto contrario alla politica del governo filorusso di Fico sulla guerra in Ucraina e si era radicalizzato soprattutto dopo la vittoria di Peter Pellegrini alle elezioni presidenziali del mese scorso. Come Fico, anche Pellegrini ha posizioni filorusse: benché il suo ruolo di presidente sia cerimoniale, la sua elezione ha un valore simbolico perché comporta, di fatto, un ulteriore spostamento della Slovacchia su posizioni sempre più ostili nei confronti dell’Unione Europea e vicine alla Russia.