Il terremoto a Pozzuoli, nell’area dei Campi Flegrei

In serata una serie di scosse - la principale di magnitudo 4.4 - ha portato una certa agitazione tra la popolazione in varie zone della provincia di Napoli

Persone in strada sul lungomare tra Napoli e Pozzuoli (ANSA/CIRO FUSCO)
Persone in strada sul lungomare tra Napoli e Pozzuoli (ANSA/CIRO FUSCO)
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Nella serata di lunedì sono state registrate alcune scosse di terremoto nella zona dei Campi Flegrei, sentite soprattutto a Pozzuoli nelle vicinanze di Napoli. La scossa più forte, di magnitudo 4.4, è avvenuta alle 20:10 ed è stata segnalata da molte persone, che sono uscite dalle proprie abitazioni temendo eventuali crolli o danni agli edifici. Alle 21:46 è stata registrata una seconda scossa di magnitudo 3.9 seguita alle 21:55 da un evento di magnitudo 3.1. Al momento non ci sono notizie di persone ferite e sia a Pozzuoli sia negli altri comuni interessati sono in corso verifiche su alcuni edifici.

Un terremoto di magnitudo 4.4 è solitamente moderato e senza particolari conseguenze, ma intorno ai Campi Flegrei c’è da tempo attenzione per via della particolare conformazione geologica dell’area, con un’attività sismica che prosegue da diverso tempo. Benché di recente si sia parlato di potenziali eventi catastrofici sui media, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha più volte segnalato l’importanza di non fare allarmismo e attenersi ai dati.

A Pozzuoli è stata decisa la chiusura delle scuole per martedì, in modo da condurre ulteriori accertamenti su eventuali danni agli edifici scolastici causati dal terremoto. Alcuni abitanti hanno preferito lasciare la zona, cercando ospitalità da parenti e amici in altre aree della provincia di Napoli. In città è stato attivato il Centro operativo comunale (COC) per coordinare meglio le attività di controllo e prevenzione, oltre che per fornire assistenza alla popolazione con l’allestimento di quattro piccoli campi con tende, per chi preferirà trascorrere la notte fuori casa.

I servizi su alcune linee ferroviarie sono stati sospesi per effettuare controlli, con probabili ritardi, cancellazioni e limitazioni di percorso. La circolazione della Linea 2 della metropolitana è stata sospesa tra Napoli Campi Flegrei e Pozzuoli in via precauzionale. La scossa di magnitudo 4.4 è stata avvertita anche a Quarto, Bacoli, Monte di Procida, Marano di Napoli e in vari quartieri di Napoli.

I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica che si trova nella zona nord occidentale di Napoli e che include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto oltre a parte della stessa città. Il nome deriva dal greco flegràios, che significa ardente, e da lì deriva anche l’accento che è sulla seconda “e”. A differenza del Vesuvio, i Campi Flegrei non hanno un vulcano principale, ma sono piuttosto una serie di vulcani attivi da più di 80mila anni. Hanno una struttura detta “caldera”, cioè un’area ribassata a forma più o meno circolare che si è formata per effetto di grandi eruzioni esplosive. La caldera dei Campi Flegrei si estende dal comune di Monte di Procida a Posillipo e comprende anche una parte sottomarina nel fondale del golfo di Pozzuoli.

La lenta deformazione del suolo della caldera è un fenomeno noto come bradisismo, un processo di sollevamento che riguarda in particolare l’area di Pozzuoli. Negli ultimi cento anni ci sono stati tre periodi di sollevamento particolarmente intenso: tra il 1950 e il 1952, tra il 1969 e il 1972 e tra il 1982 e il 1984. In quest’ultimo periodo il suolo si sollevò di circa 3 metri, a cui seguì un periodo di relativa tranquillità interrotto nel 2005, anno in cui iniziò una nuova fase di sollevamento rimasto costante fino all’inizio del 2023. In questi 18 anni il suolo si è sollevato complessivamente più di un metro, ma in generale il processo è stato più lento e ha causato un minor numero di terremoti rispetto agli anni Settanta e Ottanta.

Ci sono varie teorie sulle ragioni del bradisismo: la principale è che il magma che si trova in profondità starebbe rilasciando grandi quantità di vapore acqueo che a sua volta starebbe riscaldando le rocce che separano il magma dal suolo, creando delle deformazioni del terreno, causando i terremoti e un’attività più intensa delle fumarole.