L’Ucraina deve difendere un fronte sempre più ampio, con sempre meno armi

Al momento pare aver limitato l'offensiva russa nella zona di Kharkiv, ma fino a fine giugno avrà poche munizioni e una contraerea molto ridotta

Soldati ucraini nella zona di Avdiivka (AP Photo/Francisco Seco)
Soldati ucraini nella zona di Avdiivka (AP Photo/Francisco Seco)
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Dopo che nello scorso fine settimana la Russia ha ottenuto una serie di «successi tattici» nella zona della provincia di Kharkiv, l’esercito ucraino negli ultimi giorni ha cercato di riorganizzare le proprie forze per fermarne l’avanzata. L’operazione sembra aver evitato nuove conquiste territoriali da parte della Russia. L’Ucraina deve però contrastare una crescente offensiva su un fronte molto ampio, che va dalle zone settentrionali di Kharkiv e in particolare le località di Vovchansk e Kupiansk, sino a quelle meridionali di Zaporizhzhia (a Robotyne). Combattimenti e bombardamenti sono poi particolarmente intensi nella provincia di Donetsk, dove da oltre un mese l’obiettivo russo sembra essere quello di conquistare la città di Chasiv Yar, considerata strategica perché dividerebbe in due parti la linea difensiva ucraina.

Secondo tutti gli analisti militari la Russia sta cercando di sfruttare questi mesi per portare a termine una consistente offensiva: almeno fino a fine giugno potrà infatti contare su una notevole superiorità soprattutto di armi. Da mesi infatti l’esercito ucraino deve fare i conti con una notevole scarsità di munizioni, proiettili di artiglieria e strumenti di difesa aerea.

La fornitura di aiuti militari statunitensi è rimasta bloccata per oltre sei mesi dalla mancata approvazione dei fondi da parte del Congresso: lo stanziamento è infine stato autorizzato a fine aprile, ma sarà necessario attendere ancora varie settimane prima che le armi arrivino in modo consistente al fronte.

– Leggi anche: A Chasiv Yar, assediata dall’esercito russo

Al momento secondo le stime di vari media internazionali l’esercito russo può contare su un numero di proiettili di sei-dieci volte superiore rispetto a quelli a disposizione degli ucraini, che sembrano aver perso quasi totalmente anche la capacità di limitare l’azione di aerei e droni russi, per la scarsità di munizioni di contraerea.

Negli ultimi attacchi la Russia ha fatto un ampio uso di droni di fabbricazione cinese, riadattati per un uso bellico: possono trasportare una granata ed essere guidati a distanza da piloti che vedono in prima persona tutto quello che vede il drone (First person view, FPV) e possono condurlo fino all’obiettivo.

– Ascolta anche: La democrazia dei droni, con Mauro Gilli

Una settimana fa gli attacchi russi hanno colpito le città di Vovchansk, Borysivka, Ohirtseve, Pylna, Strilecha e una serie di insediamenti lì vicino, tutti nell’area di Kharkiv: dopo intensi bombardamenti e combattimenti, circa 4mila civili sono stati evacuati dalle proprie abitazioni. L’Ucraina ha quindi spostato a difesa dell’area di Kharkiv parte delle sue truppe, come confermato da giornalisti presenti in zona, fra cui Daniele Raineri di Repubblica. Fonti militari ucraine riferiscono che la situazione si sarebbe stabilizzata, ma lo sforzo potrebbe indebolire altre zone del fronte.

Soldati ucraini nella zona di Avdiivka (AP Photo/Francisco Seco)

Oltre ad ampliare il fronte che l’Ucraina deve difendere, per la Russia gli attacchi nella zona di Kharkiv potrebbero avere l’obiettivo di creare una zona cuscinetto che impedisca agli ucraini di bombardare la città russa di Belgorod, come accaduto di recente. Ma avvicinandosi ulteriormente alla seconda città più grande dell’Ucraina i russi potrebbero presto essere in grado di colpirla con missili S-300. Il portavoce dell’Aviazione ucraina Illia Yevlash ha detto al New York Times che quel genere di missili può raggiungere la città «in pochi minuti, non lasciando possibilità di reazione» e che possono essere intercettati solo dai missili Patriot statunitensi (tra i più sofisticati sistemi di difesa aerea): «Ma al momento quelli che abbiamo possono essere contati sulle dita di una mano».

Sistemi difensivi nella zona di Kharkiv (AP Photo/Evgeniy Maloletka)