Le Fiat Topolino con sopra il tricolore italiano sequestrate perché prodotte in Marocco

L'Agenzia delle dogane ne ha bloccate 134 arrivate al porto di Livorno, ritenendo che un adesivo sul fianco potrebbe indurre i consumatori a pensare che siano prodotte in Italia

(Marco Alpozzi/LaPresse)
(Marco Alpozzi/LaPresse)
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Mercoledì 15 maggio al porto di Livorno la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle dogane e dei monopoli hanno sequestrato 134 automobili Fiat Topolino, un modello di “minicar” elettrica e omologato per essere guidato dai 14 anni in su con la patente AM (il cosiddetto “patentino”) presentato di recente dal gruppo automobilistico Stellantis. Ne ha dato notizia venerdì il quotidiano livornese Il Tirreno. Il motivo del sequestro è che la Fiat Topolino ha sul fianco un adesivo con un sottile tricolore italiano, che potrebbe indurre a pensare che l’auto sia prodotta in Italia: invece è prodotta in Marocco, e infatti il carico era arrivato a Livorno dal paese nordafricano su una nave merci, per essere poi distribuito in varie concessionarie.

Il sequestro è stato giustificato con la legge finanziaria del dicembre del 2003, quella con cui tra le altre cose si definirono i piani di spesa pubblica per il 2004. Il comma 49 dell’articolo 4 di quella legge stabilisce che si debba considerare un reato mettere in commercio «prodotti e merci non originari dall’Italia» con la stampigliatura del made in Italy o comunque con indicazioni e simboli che possano «indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana».

È stata anche aperta un’indagine dalla procura di Livorno per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 del codice penale), per il quale è indagato anche un dirigente di Stellantis. L’ipotesi è insomma che il tricolore sul fianco delle Fiat Topolino sia ingannevole e che Stellantis cerchi di sfruttare un marchio di “italianità” a suo vantaggio senza averne diritto, suggerendo ai consumatori che la macchina sia prodotta in Italia.

Fiat e Stellantis naturalmente hanno legami con l’Italia: Stellantis è una grande multinazionale con sede nei Paesi Bassi nata nel 2021 dalla fusione dei gruppi FCA (Fiat Chrysler) e PSA (il gruppo francese che comprendeva tra le altre Peugeot, Citroën e Opel), ma in Italia è considerata l’erede della vecchia Fiat, la storica azienda automobilistica italiana fondata a Torino. Stellantis ha ancora diversi stabilimenti produttivi in Italia, anche se sta via via spostando dal paese gran parte della sua produzione.

Stellantis ha già detto in una nota che toglierà gli adesivi con il tricolore italiano e ha detto di averlo usato per «indicare l’origine imprenditoriale del prodotto», visto che le Topolino sono un modello storico di Fiat, ideato a Torino da una società italiana oggi appartenente a Stellantis. La società ha comunque detto che non ritiene di aver violato alcuna legge e sostiene di aver sempre comunicato in modo trasparente il fatto che la Fiat Topolino è prodotta in Marocco.

Il sequestro delle 134 Fiat Topolino sta facendo discutere perché è avvenuto dopo mesi in cui il governo italiano e Stellantis si sono più volte scontrati su questioni che riguardano appunto i paesi in cui l’azienda decide di produrre le sue automobili. Riassumendo molto, tutte le discussioni riguardano più o meno il fatto che il governo è molto critico con la scelta di Stellantis di spostare la produzione fuori dall’Italia, perché in questo modo l’azienda pagherà meno tasse nel paese e toglierà allo Stato un’importante entrata economica. L’azienda dice invece che la scelta è obbligata ed è colpa del governo, perché dipenderebbe in gran parte dal fatto che in Italia non ci sono abbastanza sussidi per incentivare l’acquisto di automobili elettriche.

In questo contesto il governo ha già criticato molto il modo in cui vengono promosse automobili di marchi storicamente italiani, come Fiat e Alfa Romeo, sostenendo che Stellantis debba smettere di associarle all’Italia, visto che in molti casi queste auto non vengono prodotte in Italia. Ad aprile il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva detto che per legge un nuovo modello di Alfa Romeo da poco sul mercato non poteva chiamarsi “Milano” perché era prodotta in Polonia: non era vero, ma Alfa Romeo aveva comunque deciso in modo un po’ provocatorio di cambiare il nome all’auto (diventata Alfa Romeo “Junior”, invece che “Milano”).

Il sequestro delle Fiat Topolino non è necessariamente collegato alle polemiche degli scorsi mesi: l’Agenzia delle dogane è controllata dal ministero dell’Economia, ma a differenza dei precedenti in questo caso nessun esponente del governo si è esposto, né Stellantis ha fatto riferimenti al governo. Le motivazioni del sequestro però sono molto simili alle questioni che aveva già sollevato per esempio il ministro Urso sull’Alfa Romeo Milano. Urso aveva citato proprio la stessa legge del 2003, che però in quel caso non si poteva applicare.