Chico Forti è in Italia
Finirà di scontare qui la sua pena dopo 24 anni di detenzione in Florida: è atterrato sabato mattina all'aeroporto di Pratica di Mare, dove c'era anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Chico Forti, l’uomo italiano condannato all’ergastolo in Florida (Stati Uniti) nel 2000 dopo un processo molto discusso, è atterrato in Italia all’aeroporto di Pratica di Mare, vicino a Roma. Negli ultimi 24 anni Forti era stato detenuto in un carcere di Miami, fino al raggiungimento di un accordo tra Italia e Stati Uniti sul suo trasferimento, annunciato all’inizio dello scorso marzo dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Giovedì Forti era uscito dal carcere in vista del trasferimento, che gli permetterà di scontare il resto della sua pena in Italia.
Meloni è andata a Pratica di Mare per accogliere Forti al suo arrivo. Più tardi ha pubblicato una foto che li ritrae insieme in cui ha detto di essere «fiera del lavoro del governo italiano» e in cui ha ringraziato «la diplomazia italiana e le autorità degli Stati Uniti». Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto che il governo stava lavorando fin da quando si è insediato affinché Chico Forti potesse «scontare la seconda parte della sua detenzione in un carcere italiano. Ci sembra una scelta giusta che tutela l’interesse di un cittadino italiano che ha avuto un comportamento ineccepibile negli Stati Uniti». Forti sarà inizialmente portato nel vicino carcere di Rebibbia, a Roma, e nei prossimi giorni dovrebbe essere trasferito in quello di Verona.
Enrico Forti (detto “Chico”) ha 65 anni ed è un imprenditore e produttore cinematografico di Trento. Del suo caso si parlò moltissimo in Italia, sia durante il processo che negli anni successivi: fu arrestato nel 1998 con l’accusa di aver ucciso un cittadino statunitense, Dale Pike, figlio di un uomo con il quale Forti era in trattativa per l’acquisto di un hotel a Ibiza. Forti si è sempre dichiarato innocente.
Nel 2000 fu condannato all’ergastolo e da allora rimase detenuto negli Stati Uniti. La convenzione di Strasburgo garantisce il diritto di una persona condannata in un paese straniero di scontare la pena nello Stato di cui ha la cittadinanza, ma entrambi gli Stati coinvolti devono essere d’accordo sul trasferimento. La gestione del caso, sia nella parte delle indagini che in quella del processo, fu molto contestata e controversa, e molti accusarono le autorità americane di non avere rispettato i diritti di Forti.
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Forti si era trasferito negli Stati Uniti negli anni Novanta per occuparsi di produzioni video e mediazioni immobiliari. Prima aveva praticato ad alti livelli il windsurf: tra le altre cose fu il primo italiano a competere nella coppa del mondo di questo sport, che lasciò nel 1987 dopo un incidente in auto. Si era poi specializzato nella produzione di video di sport estremi, cosa che lo aveva portato anche a partecipare a qualche trasmissione televisiva e ad acquisire una piccola notorietà in Italia: nel 1990 aveva partecipato al quiz televisivo Telemike, condotto da Mike Buongiorno, dove vinse presentandosi come esperto di storia del windsurf (il programma prevedeva che i concorrenti preparassero un argomento a scelta). Due anni dopo si trasferì negli Stati Uniti.