I danni per i nubifragi in Veneto
Hanno ceduto gli argini dei fiumi, ci sono stati allagamenti in molti comuni e in provincia di Vicenza sono crollati due ponti: il presidente della regione Luca Zaia ha dichiarato lo stato di emergenza
Per venerdì 17 maggio la Protezione Civile ha dichiarato un’allerta meteo rossa (il livello più alto) in diverse zone del Veneto, soprattutto nelle province di Verona, Vicenza e Padova, a causa delle forti piogge e dei nubifragi cominciati mercoledì notte e proseguiti poi giovedì. Si sono allagati campi e aziende agricole, ma anche case ed edifici in molte città e paesi: secondo le autorità ci sono allagamenti in 77 comuni della regione. Hanno ceduto gli argini di diversi corsi d’acqua, che in più casi sono esondati. Molte strade sono inagibili e alcune zone sono rimaste per ore senza elettricità. Giovedì i vigili del fuoco hanno compiuto centinaia di interventi in tutta la regione.
In molte zone venerdì le scuole resteranno chiuse e il presidente della regione, Luca Zaia, ha sconsigliato alle persone ogni spostamento non necessario. «Un’alluvione così a metà maggio non ce l’aspettavamo», ha detto Zaia, «siamo in oggettiva difficoltà». La rapidità con cui è caduta moltissima acqua in zone molto circoscritte ha reso gli interventi e i tentativi di sgomberare l’acqua particolarmente difficili. Zaia ha dichiarato in Veneto lo stato di emergenza, uno strumento giuridico che serve ad affrontare con rapidità disastri naturali e altre situazioni eccezionali, in deroga alle leggi e saltando alcuni passaggi burocratici.
Nel padovano venerdì mattina il fiume Muson ha rotto gli argini nella zona della frazione di Rustega, allagando le strade e lasciando isolate diverse case, che sono state evacuate.
La provincia di Vicenza è quella in cui ci sono stati i maggiori danni. A Malo sono crollati due ponti per via della corrente del torrente Livergon: quello più grande, chiamato anche “ponte delle galline”, era su una strada abbastanza trafficata e collegava Malo alla frazione San Tomio. A Isola Vicentina, sempre in provincia di Vicenza, si sono allagate centinaia di case, perlopiù nelle parti inferiori degli edifici come cantine e garage, ma anche in molti piani terra. Nel comune di Schio i carabinieri hanno estratto due donne rimaste intrappolate all’interno della loro auto in un sottopasso allagato.
Zaia ha detto che tra le 23 di mercoledì e la mezzanotte e mezza di giovedì per la prima volta sono stati aperti tutti i 5 bacini di laminazione del vicentino, cioè le vasche che servono a raccogliere l’acqua in eccesso nei corsi d’acqua ed evitare che esondino. «Se non ci fossero stati, Vicenza sarebbe sommersa e la situazione generale un disastro», ha detto Zaia. Ha anche assicurato che al momento non ci sono feriti, e ha invitato le persone a fotografare i danni subìti per presentarli poi al proprio comune: «Raccoglieremo tutta la documentazione e chiederemo i rimborsi al governo», ha detto.
Tra mercoledì e giovedì ci sono state forti piogge e nubifragi anche in Lombardia, anche se minori rispetto al Veneto: giovedì a Cantù, in provincia di Como, un uomo di 66 anni è morto dopo essere caduto nel torrente Serenza.