Il Partito Democratico statunitense si è diviso su una norma che critica Joe Biden per aver ritardato le consegne di armi a Israele
Alla Camera dei rappresentanti, una delle due camere del parlamento statunitense, alcuni deputati del Partito Democratico hanno approvato una proposta di legge presentata dai Repubblicani che va contro alla decisione del presidente Joe Biden (anche lui Democratico) di sospendere la consegna di alcuni carichi di armi a Israele. La norma ha in realtà pochissime probabilità di essere approvata anche dal Senato (dove i Democratici hanno la maggioranza) e quindi entrare in vigore, ma ha comunque evidenziato le divisioni interne al Partito Democratico riguardo alla guerra nella Striscia di Gaza, ed è stata quindi considerata una vittoria politica dei Repubblicani.
Nonostante i Repubblicani abbiano una maggioranza limitata alla Camera, 16 deputati Democratici hanno appoggiato ugualmente l’Israel Security Assistance Support Act, che sbloccherebbe la consegna di armi a Israele. La misura sarebbe passata anche senza i voti dei Democratici, ma alcuni deputati hanno deciso di sostenerla nonostante criticasse apertamente il più importante esponente del loro partito, cioè il presidente: il testo «condanna la decisione dell’amministrazione Biden di sospendere» la consegna di armi.
Gli Stati Uniti hanno sempre fornito enormi quantità di aiuti militari a Israele, e questi erano aumentati molto dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre in territorio israeliano. Dall’inizio dell’invasione israeliana della Striscia di Gaza, negli ultimi mesi, questo ruolo è sempre più criticato da una parte dell’elettorato e dei politici del Partito Democratico. Allo stesso tempo molti continuano comunque a sostenere la politica tradizionale del partito, che include una politica estera interventista e il sostegno quasi incondizionato a Israele.
Anche il presidente statunitense Joe Biden è diventato progressivamente più critico nei confronti del governo israeliano per come sta gestendo la guerra nella Striscia di Gaza, dove finora sono stati uccisi più di 30mila civili palestinesi. Ciononostante è stato oggetto di critiche anche da parte degli studenti universitari che hanno preso parte alle grosse proteste nelle università statunitensi, particolarmente seguite dai media e che per certi versi hanno sottolineato l’ambiguità della linea politica del presidente, costretto a bilanciare le tendenze opposte del suo elettorato anche in vista delle elezioni presidenziali di novembre.