• Libri
  • Venerdì 17 maggio 2024

Il libro che ha dato il nome alla Generazione X

Fu scritto dal canadese Douglas Coupland nel 1991 e fu considerato subito "il ritratto di un'epoca": l'editore Accento lo ha appena ripubblicato in Italia

La copertina di Generazione X di Accento edizioni: è un'opera realizzata nel 2010 da Douglas Coupland 
(Il Post)
La copertina di Generazione X di Accento edizioni: è un'opera realizzata nel 2010 da Douglas Coupland (Il Post)
Caricamento player

La casa editrice Accento ha ripubblicato Generazione X, il romanzo del 1991 scritto dal canadese Douglas Coupland che non solo inquadrò una generazione – quella convenzionalmente associata alle persone nate tra il 1965 e il 1980 – ma rese popolare anche l’etichetta con cui venne soprannominata. La definizione ha avuto così successo che da allora anche le generazioni successive sono state indicate con una lettera: la Gen Y, cioè i Millennial, nati tra il 1981 e il 1996; la Gen Z, nati tra il 1997 e il 2012; e la Gen Alpha, dal 2013 a oggi.

– Leggi anche: Le generazioni non ci sono sempre state

Il libro venne pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti con il titolo Generation X: Tales for an Accelerated Culture dall’editore statunitense St. Martin’s Press; fu portato in Italia dalla casa editrice Interno Giallo nel 1992 nella traduzione di Marco Pensante (Generazione X: Manuale per una cultura accelerata), che da allora ha tradotto altri libri di Coupland e ha aggiornato la traduzione dell’edizione appena uscita.

Negli Stati Uniti infatti il libro fu un grande successo culturale e di vendite per aver descritto, come spiega nella prefazione il curatore Matteo B.Bianchi, «lo spaesamento morale, ideologico e sentimentale» che vivevano i ventenni dell’epoca; per loro Coupland scelse la lettera X, la più adatta a indicarne la «indefinitezza e inclassificabilità». Coupland raccontò di aver preso spunto da un libro del sociologo americano Paul Fussell, Class, che chiamava X una categoria di persone che rifiutavano di preoccuparsi di fare soldi e avere successo nella vita.

La lettera X era già stata utilizzata per indicare i giovani, per esempio dal fotografo Robert Capa in un reportage fotografico del 1953, che ritraeva però uomini e donne cresciuti subito dopo la Seconda guerra mondiale; dal 1976 al 1981 fu anche il nome del gruppo punk del musicista Billy Idol, ispirato all’omonimo titolo di un libro del 1964 sulla cultura giovanile britannica. Coupland, però, attribuì all’espressione un significato preciso e lo rese universale.

Ebbero molto successo anche i tanti neologismi che Coupland si inventò: alcuni entrarono nel linguaggio comune e sono ancora utilizzati, soprattutto negli Stati Uniti. Per esempio: McJob (un impiego a paga irrisoria, basso prestigio, bassa dignità, bassa realizzazione personale e senza futuro, in genere nel terziario; spesso considerato una scelta professionale soddisfacente da persone che non hanno mai potuto scegliere), Minimalismo Giapponese (l’estetica architettonica più frequentemente riscontrabile fra i giovani pluricarrieristi privi di radici culturali), Ground Zero Mentale (il luogo in cui ci si immagina sorpresi dallo scoppio di una bomba atomica. Spesso è un centro commerciale), Overdose Storica (vivere in un periodo storico in cui sembra accadere troppo; fra i sintomi principali vi sono l’assuefazione ai quotidiani, alle riviste e ai notiziari televisivi).

Generazione X fu innovativo anche dal punto di visto grafico: la griglia di testo è accompagnata da slogan, definizioni e vignette pop art, come se per comprendere quella generazione servisse un dizionario e vivere l’esperienza di sentirsi strattonati da distrazioni e pubblicità invasive.

Una pagina del libro con lo slogan "Ferma la storia" e definizioni di "Nostalgia Coatta" e "Rifiuto del presente"

Una pagina del libro con slogan e definizioni (Accento edizioni, 2024)

Originariamente il libro doveva essere un saggio commissionato a Coupland dalla St. Martin’s Press: avrebbe dovuto ampliare un suo articolo uscito sul Vancouver Magazine nel 1987 in cui si lamentava della mancanza di prospettive per quelli nati, come lui, negli anni Sessanta (Coupland era nato nel 1961 e, a voler seguire in modo rigido le date che definiscono le generazioni, era un baby boomer). Coupland andò a vivere nella Coachella Valley, in California, per lavorare al libro e lo trasformò in un romanzo, ritenendo che fosse la forma migliore per raccontare i ventenni.

È suddiviso in tre parti e in capitoli introdotti da titoletti come «Io non sono un target di mercato», «Mangia i tuoi genitori», «L’avventura senza rischi è Disneyland». Nonostante l’attualità del tema e l’originalità, ha una struttura a cornice piuttosto tradizionale, come quella del Decameron di Giovanni Boccaccio e di I racconti di Canterbury dell’inglese Geoffrey Chaucer, entrambi scritti nel XIV secolo. I protagonisti sono tre ventenni – Andy, Dag e Claire – che hanno lasciato le loro famiglie di origine e la vita convenzionale che li aspettava per vivere in dei bungalow nella Coachella Valley, e che organizzano dei picnic nel deserto dove si raccontano delle storie: «O le nostre vite diventano storie o non c’è modo di riuscire a finirle», spiega la voce narrante Andy.

– Leggi anche: Accento: una nuova casa editrice

Andy, Dag e Claire rappresentano la Generazione X: sono molto istruiti, intellettuali, compiaciuti della loro intelligenza, fanno lavori sottopagati e cercano, con le loro scelte, di sottrarsi al sistema capitalista retto sul marketing, alla cultura yuppie (il rampantismo anni Ottanta di chi cercava soldi e successo), e alla visione ottimista dei baby boomer, i nati dopo la Seconda guerra mondiale. Loro avevano vissuto la crescita economica, le innovazioni tecnologiche e avevano una vita migliore dei loro genitori: guadagnavano di più, si divertivano di più, il progresso sembrava il futuro.

Un'illustrazione del libro che mostra quello che Coupland chiama un "recinto da ingrasso", cioè un cubicolo da ufficio

Un’illustrazione del libro (Accento edizioni, 2024)

La Generazione X invece subì le conseguenze negative di quell’espansione, un po’ come i Millennial hanno vissuto una fase idealista e idealizzata di internet mentre la Gen Z ne ha subìto maggiormente le storture: affrontò la crisi petrolifera del 1974, anno dopo il quale negli Stati Uniti i salari smisero di crescere, le politiche di austerità degli anni Settanta, e la precarizzazione del lavoro.

Una pagina del libro con le definizioni di "Oz-mosi" e "Foschia gerarchica"

Una pagina del libro con due definizioni (Accento edizioni, 2024)

Assistette al crollo del Muro di Berlino, alla dissoluzione dell’Unione Sovietica e all’imporsi degli Stati Uniti e della loro potenza consumistica e commerciale: sembrava che la storia si fosse fermata per sempre, che non ci fosse più nulla da fare, che tutto quello che c’era da vivere era già stato vissuto prima. A loro non restava che ritirarsi dal sistema e rifugiarsi in un mondo immaginario: «gli X erano e rimangono sospettosi del sistema industriale, delle tecnologie e in genere di qualunque ideologia. Volevano piuttosto costruirsi un’esistenza che fosse singolare, unica» ha spiegato lo stesso Coupland alla rivista D.

Una vignetta del libro che raffigura, in stile pop, una ragazza che dice «Non preoccuparti mamma... se il matrimonio non funziona possiamo sempre divorziare»

Una vignetta del libro (Accento edizioni, 2024)

Coupland ha sempre negato di essere il portavoce della Generazione X; spiegò anzi che per lui non esisteva, che voleva soltanto raccontare il modo di vivere e sentire di un certo gruppo di persone. A un certo punto disse anche che la Generazione X era morta, assorbita dal sistema.

Una foto di Douglas Coupland a Toronto, in Canada, nel 2012

Douglas Coupland a Toronto, in Canada, nel 2012 (The Toronto Star/Zuma/Ansa)

Dopo Generazione X, Coupland ha scritto più di 25 libri, tra cui 13 romanzi, raccolte di racconti brevi, saggi e sceneggiature per il cinema e la tv. Tra i più noti ci sono Shampoo Planet (1992) in cui delinea l’affacciarsi dei “global teen” (i teenager globali), che la stampa soprannominò subito Generazione Y; Microserfs (Microservi) sulla nascita dell’industria tecnologica nella Silicon Valley; Girlfriend in a Coma (Fidanzata in coma) su una ragazza che va in coma per 16 anni dopo aver preso del Valium e sulle conseguenze del suo risveglio; All Families Are Psychotic (Tutte le famiglie sono psicotiche), su una famiglia disfunzionale di Vancouver che si riunisce per assistere al lancio nello spazio di una dei suoi componenti; JPod sulla vita di un gruppo di programmatori di videogiochi. Nel 2009 uscì Generation A, che seguiva la struttura di Generazione X e raccontava di un mondo post-apocalittico in cui le api si erano estinte e di cinque persone unite dall’esperienza di essere state punte.

Dal Duemila Coupland si mise a fare anche l’artista. Aveva studiato arte all’università, a Vancouver, dove si era laureato nel 1984 con una tesi sulla scultura; poi aveva vissuto alle Hawaii e in Giappone, lavorando come interior designer prima di trasferirsi di nuovo in Canada. Progettò dei pezzi di arredamento e una linea di abbigliamento venduta a Parigi da Colette, creò un’installazione di forma umana fatta solo con oggetti di plastica (intitolata Spike) mentre la sua opera più nota è la statua di un’orca pixelata (Digital Orca) installata al porto di Vancouver. La sua arte è soprattutto visiva e la retrospettiva più completa a lui dedicata venne ospitata all’Art Gallery di Vancouver, nel 2014. Dagli anni Ottanta collabora e ha collaborato con giornali e riviste come Wired, Vice, Flash Art e il Financial Times.

Una foto di <em>Digital Orca</em>, la statua dell'orca pixelata realizzata da Douglas Coupland per il porto di Vancouver, in Canada

Digital Orca, la statua dell’orca pixelata realizzata da Douglas Coupland per il porto di Vancouver, in Canada, 14 gennaio 2018 (Darryl Dyck/CP/ABACAPRESS.COM/ANSA)

In una recente intervista su D ha detto che «Un thread comune a molti X è quanto sono felici di non aver avuto un iPhone quando erano ragazzi. Ci sentiamo come se avessimo schivato una pallottola. Sì, effettivamente l’abbiamo proprio schivata».

***

Generazione X è disponibile anche nel formato audiolibro su Storytel Italia, dov’è letto da Vinicio Marchioni.