In Turchia due importanti politici curdi sono stati condannati a decine di anni di prigione per il loro ruolo nelle proteste del 2014
Un tribunale turco ha condannato a decine di anni di carcere due ex leader del Partito democratico dei popoli (HDP), un importante partito filo-curdo di sinistra): Selahattin Demirtaş, il principale politico curdo del paese, è stato condannato a 42 anni, e Figen Yüksekdağ a 30 anni e 3 mesi. I due guidarono congiuntamente il partito dal 2014 al 2017, ed erano già in carcere dal 2016.
La sentenza emessa giovedì riguarda decine di capi di accusa, fra cui l’aver compromesso l’unità e l’integrità territoriale della Turchia. I fatti si riferiscono a una serie di proteste avvenute nel Kurdistan turco (la regione della Turchia a maggioranza curda, nel sud-est del paese) nel 2014, mentre lo Stato Islamico stava conquistando ampie porzioni del Kurdistan siriano e assediando Kobane, una città siriana sul confine con la Turchia. I manifestanti sostenevano che le autorità turche, da decenni in conflitto con la minoranza curda, non avessero fatto abbastanza per fermare lo Stato Islamico. Nelle proteste e nella loro repressione furono uccise circa 40 persone, fra cui 3 poliziotti.
Il governo turco, che da vent’anni è guidato dal conservatore Recep Tayyip Erdoğan, ha sempre attribuito a politici e attivisti curdi la responsabilità delle violenze avvenute durante le proteste di dieci anni fa. L’HDP invece da tempo chiede l’istituzione di una commissione parlamentare di indagine, che però non è mai stata formata.
Demirtaş e Yüksekdağ furono arrestati nel 2016 insieme ad altri leader curdi nell’ambito di un’enorme operazione di repressione voluta da Erdoğan a seguito del fallito colpo di stato del luglio di quell’anno. Il processo riguardante le proteste iniziò nel 2019: da allora sono stati imputati circa cento politici e attivisti curdi. Anche lo stesso HDP è accusato in un processo distinto e rischia lo scioglimento: la sua eredità politica è stata presa dal Partito dell’Uguaglianza e della Democrazia dei Popoli.