Un mese di proteste in Georgia, con le foto
Contro l'approvazione della discussa legge sugli “agenti stranieri”, con tante bandiere georgiane ma soprattutto europee
Martedì il parlamento della Georgia ha approvato una discussa legge sui cosiddetti “agenti stranieri”, vista come un pericolo per la democrazia. La legge, modellata su una simile in vigore da anni in Russia, prevede che i media e le ong che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero debbano registrarsi come entità che «perseguono gli interessi di una potenza straniera». L’approvazione della legge ha causato grosse proteste a Tbilisi, la capitale georgiana, che durano ormai da un mese e a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone.
Le proteste si sono fatte molto notare un po’ per la tenacia dei manifestanti, che hanno partecipato a lungo e in grandi numeri nonostante gli scontri con i molti poliziotti schierati per contenere le proteste, un po’ per la grande presenza di bandiere dell’Unione Europea (di cui la Georgia non fa parte). Anche da un semplice punto di vista estetico le proteste sono state molto notevoli, con manifestanti avvolti in impermeabili colorati e bandiere europee e georgiane che fronteggiavano schiere di agenti col volto coperto e vestiti di nero.
La Georgia è un paese del Caucaso con circa 3,7 milioni di abitanti. Si affaccia sul mar Nero e confina a sud con la Turchia e a nord con la Russia. Fu una repubblica dell’Unione Sovietica fino alla sua dissoluzione nel 1991: da allora ha alternato momenti di avvicinamento all’Unione Europea e all’Occidente a fasi in cui ha subito maggiormente l’influenza russa, come negli ultimi anni, con il governo del partito populista Sogno Georgiano. Nel 2008 la Russia invase militarmente due regioni georgiane, l’Abkhazia e l’Ossezia meridionale, che occupa tuttora e corrispondono al 20 per cento del territorio della Georgia.