YouTube ha detto che bloccherà l’accesso ai contenuti che contengono la canzone “Glory to Hong Kong” a Hong Kong 

Persone che cantano la canzone "Glory to Hong Kong"
(AP Photo/Vincent Yu, File)

Martedì YouTube ha annunciato che bloccherà l’accesso, all’interno di Hong Kong, a 32 video che contengono riferimenti alla canzone “Glory to Hong Kong”, diventata l’inno non ufficiale delle estese proteste per la democrazia del 2019, represse dal governo cinese. Mercoledì scorso un tribunale di appello di Hong Kong aveva vietato la trasmissione e l’esecuzione della canzone all’interno del territorio: la dirigenza di YouTube ha detto di aver bloccato l’accesso alla canzone sulla propria piattaforma per conformarsi all’ordine dei giudici, ma di essere «delusa» dalla sentenza e di condividere la preoccupazione di molti attivisti sulla limitazione della libertà di espressione a Hong Kong.

“Glory to Hong Kong” è la prima canzone vietata a Hong Kong da quando l’ex colonia britannica è diventata regione amministrativa della Cina, nel 1997. Fino al 2020, anno di una contestata e repressiva legge cinese sulla sicurezza nazionale, Hong Kong aveva sempre goduto di un certo margine di autonomia, che dopo l’approvazione di quella legge si è andato via via riducendo, con sempre più processi e condanne nei confronti di attivisti e politici a favore della democrazia.

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