Si sta ancora cercando il detenuto liberato in Francia nell’assalto a un furgone penitenziario
È un uomo francese di nome Mohamed Amra, che era stato condannato a maggio per furto con scasso e che aveva vari altri precedenti penali: per trovarlo sono stati mobilitati circa 200 agenti di polizia
In Normandia, nella Francia nord-occidentale, centinaia di agenti di polizia stanno lavorando alla ricerca di Mohamed Amra, il detenuto che martedì è stato liberato durante un assalto a un furgone della polizia penitenziaria francese che lo stava riportando in prigione dopo un’udienza. Non è ancora chiaro chi sia stato a liberarlo, né se lui sapesse del piano per farlo evadere. Nell’attacco al furgone, avvenuto tra Rouen ed Évreux, sono stati uccisi con colpi di arma da fuoco due agenti e ne sono stati feriti altri tre.
Mohamed Amra, nato nel 1994 a Rouen, è conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome “la mosca” ed era stato condannato il 10 maggio a un anno e mezzo di prigione per furto con scasso. La procuratrice di Stato di Parigi Laure Beccuau ha detto in una conferenza stampa che Amra in passato è stato condannato tredici volte per vari reati, in particolare legati al traffico di droga: la prima volta è successo nel 2009, quando aveva quindici anni. Si ritiene che abbia dei legami con una banda criminale della città di Marsiglia, nel sud della Francia, ed era indagato anche in un caso di tentato omicidio.
Non era un detenuto strettamente sorvegliato, anche se il suo trasporto prevedeva comunque la presenza di cinque agenti. Secondo diverse fonti di polizia e giudiziarie sentite dal quotidiano Le Monde, Amra non era considerato un criminale particolarmente importante. Quello che sappiamo di lui, dice Le Monde, «non spiega l’estrema determinazione e il grado di preparazione del commando che ne ha permesso la fuga, un’azione che solo gangster particolarmente esperti sono in grado di organizzare e portare a termine».
Beccuau ha fornito maggiori dettagli sull’attacco: ha detto che poco prima delle 11 del mattino di martedì il furgone che trasportava Amra aveva attraversato il casello autostradale a Incarville, nel dipartimento dell’Eure, e «immediatamente, un veicolo Peugeot lo ha colpito per fermarlo (…) Poi, uomini che imbracciavano delle armi sono scesi dall’auto e sono stati raggiunti da altri uomini armati che viaggiavano su un veicolo Audi, che probabilmente stava seguendo a sua volta il furgone».
Hanno in seguito sparato più volte contro i veicoli della polizia, prima di scappare portando con sé Amra. La procura di Parigi ha detto che i due veicoli che si ritiene siano stati utilizzati sono stati trovati bruciati, in luoghi diversi, nel corso della giornata di martedì.
Il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ha detto che «si stanno usando tutti i mezzi possibili per trovare i criminali» che hanno liberato Amra. Sono stati mobilitati circa 450 agenti della Gendarmerie, la forza di polizia a ordinamento militare che in Francia ha giurisdizione nei piccoli centri abitati e nelle località di confine. Gli agenti stanno svolgendo vari controlli nella zona dell’attacco e in alcuni altri luoghi che ritengono potenzialmente rilevanti. Darmanin ha detto che la polizia sta però prendendo in considerazione anche la possibilità che il gruppo sia scappato all’estero, aggiungendo che in tal caso dovrà essere attivato un sistema di cooperazione transfrontaliera.
L’avvocato di Amra, Hugues Vigier, ha detto che a suo avviso il detenuto scappato non sapeva del piano per liberarlo, perché «non corrisponde a quello che so di lui. Se ci fosse lui dietro a tutto questo, allora vorrebbe dire che non sono riuscito a capire davvero chi fosse». Secondo alcuni giornali francesi, Amra aveva già tentato di scappare all’inizio di questa settimana cercando di segare le sbarre della cella in cui si trovava.