L’app di appuntamenti Bumble si è scusata per aver detto alle donne che hanno bisogno di fare sesso
"Non serve che rinunci agli appuntamenti e diventi suora", diceva uno degli slogan di una campagna poi ritirata per le molte critiche
Martedì l’app per appuntamenti Bumble si è scusata per aver fatto una campagna pubblicitaria che, secondo varie critiche ricevute online, prendeva in giro e faceva sentire in colpa le donne che non hanno una vita sessuale attiva. Sui cartelloni, apparsi in molte grandi città degli Stati Uniti, c’erano messaggi come “Sai benissimo che un voto di castità non è la risposta” e “Non serve che rinunci agli appuntamenti e diventi suora”.
«Abbiamo commesso un errore», ha scritto l’azienda in un post su Instagram. «I nostri annunci che facevano riferimento alla castità erano un tentativo di avvicinarci a una comunità di persone frustrate dal mondo degli appuntamenti moderni, ma invece di portare gioia e umorismo abbiamo fatto, involontariamente, il contrario (…) Per anni Bumble ha difeso con passione le donne e le comunità emarginate e il loro diritto di esercitare pienamente le proprie scelte. Questa campagna non è stata all’altezza di questi valori». Bumble ha detto che rimuoverà gli annunci e che farà una donazione a varie organizzazioni a sostegno dei diritti delle donne, tra cui una che protegge le donne vittime di violenza domestica.
Sul New York Times, la giornalista Gina Cherelus ha spiegato che le pubblicità hanno contrariato molti utenti perché «guardare al celibato e all’astinenza dal sesso come a qualcosa di negativo non è poi così diverso dal considerare la promiscuità e la libertà sessuale come cose vergognose. Ciò che è evidente è che le donne vogliono poter scegliere in autonomia su ciò che fanno col proprio corpo».
Le pubblicità, che commentavano alcune delle classiche cose che si dicono dopo l’ennesimo appuntamento andato male, dovevano avere un tono scherzoso. Ma sono state interpretate da molti utenti online come sprezzanti o comunque poco rispettose nei confronti delle tante persone che hanno volontariamente smesso di cercare nuovi partner romantici o sessuali. A questa categoria appartengono sia le persone che sono disinteressate al sesso in quanto asessuali, sia quelle che preferiscono astenersene per dare maggiore importanza ad altri aspetti della propria vita. In alcuni paesi, come la Corea del Sud, alcune nicchie di donne hanno anche cominciato ad astenersi dai rapporti sessuali con gli uomini come mezzo per protestare contro il sessismo e la violenza di genere.
Bumble esiste dal 2014 ed è considerata da molti l’alternativa femminista a Tinder, l’app per appuntamenti più famosa in assoluto. Questa fama è dovuta soprattutto a due fattori: il primo è che la fondatrice Whitney Wolfe la creò dopo aver lasciato Tinder e aver citato in giudizio la sua ex azienda per discriminazioni sessuali e molestie. Il secondo è che l’applicazione permette soltanto alle donne di iniziare una conversazione con le persone che hanno espresso interesse verso di loro. Anche per questo, le pubblicità di Bumble vengono considerate come dirette principalmente a un pubblico femminile.
La nuova campagna pubblicitaria di Bumble doveva servire ad attirare nuovi clienti in un periodo di particolare crisi per il settore delle app di appuntamenti. Negli ultimi tempi l’interesse verso queste app è diminuito, così come il loro giro di affari. Dal 2021 a oggi il valore di mercato della società statunitense Match Group, che possiede Tinder e altre popolari dating app come OkCupid e Hinge, è diminuito dell’80 per cento, passando da 50 a 8 miliardi di dollari. La stessa cosa è successa anche a Bumble, il cui valore è passato da 15 a poco più di due miliardi.
Questa perdita di interesse è dovuta in parte al fatto che i principali fruitori di questi servizi erano soprattutto i cosiddetti “millennial” (i nati tra gli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta), che oggi sono più avanti con gli anni e per vari motivi le usano meno. Le persone della generazione successiva, la cosiddetta Gen Z, hanno invece sempre mostrato una generale diffidenza per queste app, che considerano lontane per approccio e finalità: preferiscono organizzare appuntamenti con altri strumenti, come la messaggistica di Instagram e TikTok, e hanno generalmente una certa riluttanza verso l’idea di dover pagare un abbonamento per conoscere nuove persone. Ma c’è anche il fatto che negli anni app come Tinder e Bumble hanno introdotto pochi aggiornamenti, e le loro funzioni sono rimaste più o meno sempre le stesse.