In Thailandia è morta in carcere l’attivista per la democrazia Netiporn Sanae-sangkhom, dopo uno sciopero della fame di 65 giorni

Una veglia per l'attivista thailandese Netiporn Sanesangkhom
Una veglia per l'attivista thailandese Netiporn Sanae-sangkhom (AP Photo/Sakchai Lalit)

Martedì a Bangkok, in Thailandia, è morta in carcere l’attivista per la democrazia Netiporn Sanae-sangkhom, che stava conducendo da oltre due mesi uno sciopero della fame per protestare contro l’incarcerazione dei dissidenti politici all’interno del paese. Netiporn Sanae-sangkhom, che aveva 28 anni, era stata arrestata lo scorso gennaio perché accusata del reato di lesa maestà, che prevede fino a 15 anni di reclusione, per aver partecipato nel 2020 a un corteo che aveva ostacolato il percorso di un convoglio della famiglia reale. Aveva iniziato lo sciopero della fame dopo il suo arresto: il personale penitenziario ha detto che è morta martedì mattina.

Il corteo a cui aveva partecipato era stato organizzato nell’ambito di una serie di proteste per la democrazia organizzate nel 2020, in cui soprattutto i più giovani del paese avevano chiesto l’introduzione di una serie di riforme che limitassero il potere e la ricchezza della monarchia. Durante le proteste era stata chiesta anche l’abolizione del reato di cui era stata accusata Netiporn Sanae-sangkhom. Per ricordarla sono state organizzate veglie sia a Bangkok che in altre città della Thailandia.