La Juventus non fa più paura
I recenti risultati negativi ne hanno modificato la percezione al punto che oggi, pur essendo la squadra più vincente d'Italia e quella che spende di più, è considerata sfavorita nella finale di Coppa Italia contro l'Atalanta
Mercoledì sera allo Stadio Olimpico di Roma si gioca la finale di Coppa Italia tra Atalanta e Juventus. Si affrontano la squadra più vincente in Italia, cioè la Juventus, con i suoi 36 Scudetti e 14 Coppe Italia, e una squadra come l’Atalanta che ha vinto un solo trofeo nella sua storia, la Coppa Italia del 1963. Nonostante questo, e nonostante in Serie A la Juventus sia attualmente più avanti in classifica dell’Atalanta, l’opinione generale è che l’Atalanta sia favorita per la vittoria della finale, ed è una cosa abbastanza eccezionale se si pensa alla loro storia e a quanto investono i due club dal punto di vista economico.
Gli ultimi mesi, del resto, sono stati molto diversi per le due squadre. In Serie A, la Juventus di Massimiliano Allegri sta attraversando uno dei periodi più negativi di sempre: ha vinto solamente due delle ultime quindici partite, facendo appena 15 punti. Se nelle ultime due giornate aumenteranno i punti di distanza dall’Inter (adesso sono 25), chiuderà il campionato con il più ampio distacco dalla prima in classifica della sua storia (il precedente primato negativo sono i 27 punti del 2009-2010). Nelle stesse quindici partite, l’Atalanta ha fatto il doppio dei punti: 30. Oltre a questo, la squadra di Gian Piero Gasperini ha raggiunto anche la prima finale europea della sua storia, quella di Europa League (la seconda coppa europea per importanza). Domenica scorsa la Juventus ha pareggiato 1-1 (segnando solo al 91esimo) in casa contro la Salernitana, ultima in classifica e già retrocessa, mentre l’Atalanta ha vinto 2-1 contro la Roma dopo una partita entusiasmante e convincente.
La stagione della Juventus ha avuto una svolta negativa tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Fino a quel momento, pur non giocando un calcio particolarmente brillante, era riuscita a rimanere vicina in classifica all’Inter, grazie soprattutto a una solida difesa e alla capacità di sfruttare al meglio le occasioni create. Il 27 gennaio però ha pareggiato in casa contro l’Empoli e il 4 febbraio, nella giornata successiva, la Juventus ha perso lo scontro diretto contro l’Inter, in una partita che ha evidenziato una grande differenza tra le due squadre. Nei mesi successivi l’Inter ha continuato a vincere, fino ad arrivare allo Scudetto; la Juventus invece, accantonata la possibilità di competere per il titolo, ha quasi smesso di vincere e i suoi giocatori hanno perso entusiasmo e fiducia.
Nell’estate del 2019 Allegri lasciò la Juventus dopo cinque Scudetti consecutivi vinti. Tornò nell’estate del 2021, dopo che per la prima volta in dieci anni la Juventus non aveva vinto il campionato. La seconda esperienza di Allegri come allenatore della Juventus non è stata all’altezza della prima e visto che sembra concreta la possibilità che l’allenatore se ne vada a fine stagione, la finale di Coppa Italia potrebbe essere l’ultima occasione di vincere il primo trofeo dal suo ritorno in squadra. In questi tre anni, segnati anche da diversi problemi societari che hanno portato alle dimissioni della dirigenza, è cambiata in negativo la percezione della Juventus, che da quasi imbattibile in Italia si è trasformata in una squadra molto vulnerabile. Presentando la partita di mercoledì sera, per esempio, Eurosport ha pubblicato un articolo in cui elencava «tre motivi per cui i bianconeri possono credere nell’impresa», come se oggi fosse diventato difficilissimo, per la Juventus, vincere contro l’Atalanta.
Allegri ha contribuito decisamente a questo cambio di percezione non solo non riuscendo a dare alla squadra un gioco convincente e riconoscibile, ma anche sottostimando di continuo, almeno a parole, le sue potenzialità e il suo valore. In questi anni l’allenatore ha ripetuto spesso che l’obiettivo fosse il quarto posto e che in Serie A ci fossero squadre più forti e attrezzate, come se volesse togliere un po’ di pressione dalla squadra e da se stesso. Sicuramente la Juventus di oggi è meno forte rispetto a quella del periodo 2014-2019, però è la squadra italiana che ancora spende di più per gli stipendi dei suoi giocatori e che a gennaio del 2022 ha pagato 70 milioni per comprare quello che in quel momento era il giovane attaccante migliore del campionato, il serbo Dušan Vlahović.
Il cosiddetto “monte ingaggi” della Juventus, cioè la somma degli stipendi che paga ai suoi giocatori, è di circa 126 milioni di euro, contro i quasi 120 dell’Inter e gli 86 del Milan (cioè le due squadre che la precedono in classifica). L’Atalanta per gli stipendi spende invece poco meno di 48 milioni di euro. Allegri stesso è l’allenatore più pagato in Serie A: 7 milioni di euro netti, 1,5 in più rispetto a Simone Inzaghi dell’Inter e 4 in più di Gian Piero Gasperini.
Diversi esperti e commentatori ritengono che negli ultimi anni Allegri non sia riuscito ad aggiornare le sue idee al calcio che cambiava e, invece che provare a valorizzare i calciatori che aveva in squadra (come da anni fa il suo avversario di mercoledì sera, Gian Piero Gasperini), ha preferito abbassare le aspettative. Forse presentarsi alla finale come sfavorita aiuterà i giocatori ad approcciarla con meno pressioni, ma un trofeo minore come la Coppa Italia non cambierà il fatto che negli ultimi anni la Juventus è peggiorata (non solo a causa di Allegri) al punto che un’eventuale vittoria contro l’Atalanta sia raccontata come un’impresa, e probabilmente non basterà a far contenti molti tifosi.
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