I due orsi “problematici” che vivono in cattività in Trentino non stanno tanto bene

Lo dice l'associazione animalista Lav, sulla base degli ultimi sette bollettini medici dei veterinari che controllano M49 e JJ4: quest'ultima verrà trasferita in Germania

La recinzione esterna del centro faunistico Casteller, in mezzo al bosco
La recinzione esterna del centro faunistico Casteller, in provincia di Trento, in un fermo immagine di un video (PROVINCIA DI TRENTO, ANSA)
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I due orsi bruni considerati pericolosi per le persone che la provincia di Trento ha catturato negli ultimi anni vivono nel centro faunistico Casteller, che si trova poco lontano dal capoluogo, in una zona boscosa. L’orso M49, noto per una serie di incursioni nei centri abitati e un paio di evasioni, è lì dal 2020, mentre l’orsa JJ4, quella che aggredì Andrea Papi, da poco più di un anno. Papi fu la prima persona a essere uccisa da un orso dalla reintroduzione degli animali in Trentino. Secondo la Lega anti vivisezione (Lav), entrambi gli animali sono stressati e sofferenti, perché lo spazio che hanno a disposizione è inadeguato per la vita degli orsi. Anche per effetto delle pressioni della Lav, la provincia di Trento ha fatto sapere che JJ4 verrà trasferita in Germania.

Il Casteller è una struttura costruita per accogliere provvisoriamente orsi feriti, per curarli e poi rimetterli in libertà, e non per ospitare a tempo indeterminato orsi “problematici”, come vengono chiamati in gergo gli individui «particolarmente dannosi» o che «hanno manifestato comportamenti pericolosi» per le persone. È dotata di barriere alte 4 metri e tre recinti elettrificati. Complessivamente occupa uno spazio di bosco e prato di 8mila metri quadrati. I due orsi vivono isolati l’uno dall’altro, ciascuno all’interno di aree recintate di dimensioni inferiori a 3mila metri quadrati, una superficie «che appare più adatta all’allestimento di un’area sgambamento per cani che alla detenzione a vita degli orsi», secondo Massimo Vitturi di Lav.

L’associazione di difesa dei diritti degli animali ha chiesto a un proprio consulente veterinario di analizzare i sette bollettini sullo stato di salute dei due orsi, realizzati dallo scorso settembre dai veterinari che lavorano per il Casteller. Secondo le conclusioni del veterinario che collabora con la Lav, «il comportamento di JJ4 presenta stereotipie [comportamenti ripetuti, ndr] che dimostrano uno stato di distress o stress cronico originato dall’imposizione di comportamenti insopportabili per le caratteristiche etologiche dell’orsa». Nel caso di M49 le analoghe condizioni di cattività causano «ugualmente uno stato negativo per l’animale», sebbene i suoi comportamenti non siano stati osservati «con modalità utili a esprimere un giudizio corretto» nei bollettini.

Il consulente della Lav ritiene quindi che i due orsi dovrebbero vivere altrove.

Le sue conclusioni sono state consegnate ai giudici del Consiglio di Stato, dove il 30 maggio ci sarà un’udienza in merito alla richiesta di trasferimento di JJ4 in un rifugio per animali selvatici in Romania fatta dalla Lav alla provincia di Trento. L’associazione si è impegnata a pagare il mantenimento a vita dell’animale in quella struttura.

Roberto Failoni, assessore provinciale alle Foreste e alla Caccia e Pesca, ha detto che l’orsa sarà trasferita «entro l’autunno», ma non nel rifugio romeno, bensì nel Parco alternativo di Worbis (Alternativer Bärenpark Worbis), che si trova nella Germania centrale, a meno di un’ora di auto dalla città di Gottinga. Questa struttura, più grande del Casteller, è gestita da una fondazione che ha anche un altro parco: lì vive l’orsa Jurka, madre di JJ4. Failoni ha specificato che al Casteller gli orsi non sono maltrattati, ma «seguiti con rispetto e competenza» e ha detto che per il trasferimento dell’orsa in Germania serviranno ancora quattro o cinque mesi, necessari per adeguare le recinzioni del parco alla sua permanenza. A proposito di M49 l’assessore ha detto che la provincia se ne occuperà in seguito.