Sono state demolite le parti restanti del ponte di Baltimora, crollato a marzo dopo essere stato colpito da una nave

(AP Photo/Mark Schiefelbein)
(AP Photo/Mark Schiefelbein)

Lunedì sono state demolite le parti restanti del ponte di Baltimora, negli Stati Uniti, che era crollato il 26 marzo dopo che una nave portacontainer si era scontrata contro uno dei suoi piloni, causando la morte di sei operai. Il Francis Scott Key Bridge era intitolato all’autore dell’inno degli Stati Uniti, e si trovava sulla foce del fiume Patapsco, che si riversa nella baia di Chesapeake.

Il ponte è stato demolito attraverso una serie di esplosioni controllate che dovrebbero permettere di riportare a galla la portacontainer Dali, una nave lunga circa 300 metri battente bandiera di Singapore che il 26 marzo era partita poco prima dell’incidente dal porto di Baltimora ed era diretta a Colombo, in Sri Lanka.

La Dali era salpata dal porto di Baltimora a mezzanotte e 44 minuti di martedì, e all’1:27 era andata a sbattere contro il ponte sopra la foce del fiume Patapsco, forse per un’avaria. Poco prima dell’incidente, l’equipaggio aveva inviato un avviso di emergenza dicendo di aver perso il controllo della nave: questo aveva permesso alle autorità di deviare il traffico su altre strade e di sgomberare quasi del tutto il ponte, dove comunque si trovava una squadra di otto operai.

Dopo l’incidente le autorità statunitensi avevano chiuso tutto il porto di Baltimora per un tempo indefinito, per via della necessità di rimuovere i resti del ponte, abbattere le parti non crollate, e spostare il relitto della nave. Questo aveva causato grossi problemi al traffico di merci che transitano da Baltimora.