Israele ha detto di aver aperto un nuovo varco per far entrare aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza
Il Cogat, la divisione dell’esercito israeliano che gestisce i movimenti tra Israele e la Striscia di Gaza, ha detto che è stato aperto un nuovo varco per il transito degli aiuti umanitari destinati alla popolazione civile della Striscia. Il nuovo varco, indicato come Erez occidentale, si trova nell’area di Zikim, una cittadina israeliana vicino al confine con la parte nord-ovest della Striscia, a pochi chilometri da Erez: l’esercito israeliano (IDF) ha detto che è stato aperto «come parte degli sforzi per aumentare l’accesso degli aiuti alla Striscia di Gaza, e in particolare nella parte settentrionale» del territorio.
Sempre secondo l’IDF, attraverso il varco sono già entrate alcune decine di camion con farina fornita dal Programma alimentare mondiale (WFP), l’agenzia dell’ONU che si occupa dell’assistenza alimentare nel mondo. Gli aiuti sarebbero stati consegnati al porto israeliano di Ashdod e sarebbero entrati nella Striscia dopo i consueti controlli di sicurezza.
L’esercito israeliano ha occupato da ormai diversi giorni la città di Rafah, nel sud del territorio, in vista di un’attesa invasione di terra della città, l’unico grande centro della Striscia a non essere ancora stato invaso dalle forze armate israeliane, impegnate dallo scorso ottobre in una guerra contro i miliziani di Hamas. Sabato l’IDF aveva chiesto ai residenti dell’area di allontanarsi il prima possibile, forse in preparazione dell’operazione via terra, considerata imminente da mesi, ma non ancora compiuta. Un’invasione di Rafah è particolarmente temuta per le conseguenze umanitarie che potrebbe avere sui circa 1,4 milioni di civili palestinesi che si sono rifugiati lì, dopo essere fuggiti dalle altre città già invase e bombardate da Israele.
Mercoledì, in seguito alle forti pressioni internazionali, in particolare degli Stati Uniti, Israele aveva già riaperto il varco di Kerem Shalom, nella parte meridionale della Striscia. Prima della sua chiusura, dal varco passavano oltre 120 camion di aiuti umanitari al giorno: dopo di fatto si era bloccato il flusso di aiuti e di carburante, necessario per i generatori che forniscono l’energia elettrica.
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