Alle elezioni in Catalogna ha vinto il Partito Socialista
È stato il più votato, come previsto, ma per governare dovrà accordarsi con altre forze politiche, mentre gli indipendentisti per la prima volta in più di dieci anni non hanno la maggioranza in parlamento
Come previsto dai sondaggi precedenti al voto, le elezioni di domenica per scegliere il nuovo parlamento della Catalogna, la regione autonoma della Spagna, sono state vinte dal Partito Socialista catalano (Partit dels Socialistes de Catalunya, PSC). Con oltre il 99 per cento dei voti scrutinati, il PSC, che è emanazione regionale del Partito Socialista catalano, ha ottenuto il 27,94 per cento delle preferenze, ovvero 42 dei 135 seggi da assegnare. Junts per Catalunya, il partito indipendentista di centrodestra guidato dall’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont, si è fermato al 21,64 per cento, con 35 seggi.
Il risultato più notevole è il fatto che per la prima volta dalle elezioni regionali del 2003 i partiti indipendentisti non hanno la maggioranza nel parlamento catalano: è andato molto bene anche il Partito Popolare, di destra e non indipendentista, e per la prima volta da quando è stato fondato nel 2020 ha ottenuto due seggi in parlamento anche il partito indipendentista di estrema destra Alleanza Catalana.
Il PSC guidato da Salvador Illa è stato il partito più votato, ma è ben lontano dalla maggioranza assoluta del parlamento regionale, pari a 68 seggi. Sempre come previsto, insomma, il voto non ha stabilito un chiaro vincitore.
Le elezioni di domenica erano state indette dopo che a marzo il presidente catalano Pere Aragonès aveva sciolto il parlamento locale, visto che non aveva più una maggioranza che lo sosteneva. Il nuovo parlamento dovrà poi nominare un nuovo governo regionale. Dopo anni in cui la politica catalana era stata ossessionata dall’indipendentismo, questa volta in campagna elettorale si è parlato anche di sanità, istruzione, spesa pubblica e dei gravi problemi di siccità che la Catalogna ha dovuto affrontare nei mesi scorsi.
La terza forza politica più votata domenica è stata Esquerra Republicana (ERC), il partito indipendentista di centrosinistra guidato proprio da Aragonès, che ha ottenuto il 13,68 per cento dei voti e 20 seggi. I partiti della destra non indipendentista, cioè il Partito Popolare e Vox, hanno ottenuto rispettivamente il 10,97 e il 7,95 per cento, ovvero 15 e 11 seggi. Tutti gli altri partiti, con l’eccezione di Comuns, di sinistra e non indipendentista, sono abbondantemente sotto al 5 per cento.
Adesso per formare un governo il PSC dovrà provare a raggiungere un accordo con ERC e Comuns, che ha ottenuto il 5,81 per cento del voti. Nel caso non sia possibile trovare un compromesso non è nemmeno da escludere la possibilità che le elezioni vengano ripetute.
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