I nuovi treni per i pendolari tra Milano e Lecco sono durati poco
Sono stati tolti dagli orari di punta perché la loro capienza era insufficiente: i comitati dei pendolari, che da tempo si lamentano dei problemi sulla tratta, stanno protestando
Da qualche giorno i pendolari della tratta Milano-Lecco-Sondrio-Tirano viaggiano su convogli regionali degli anni Ottanta, invece che sui nuovi treni comprati da Regione Lombardia pochi mesi fa ed entrati in funzione a fine marzo. La ragione è che i nuovi treni modello “Donizetti” sono troppo piccoli e non hanno posti sufficienti per tutti coloro che si spostano al mattino: la regione ha deciso quindi di utilizzarli per gli spostamenti in fasce orarie meno affollate, rimettendo in servizio al mattino i vecchi convogli regionali “Media Distanza”, più capienti ma, secondo i comitati dei pendolari, «riesumati dai vasti depositi di rottami accantonati sui binari morti». Ogni mattina feriale sono circa 20.000 i pendolari su questa linea, mentre nel fine settimana viene utilizzata da moltissimi turisti che si spostano per visitare il lago di Como e la Valtellina.
I treni Donizetti, prodotti dall’azienda francese Alstom, sono convogli a un piano con 260 posti a sedere. Per riuscire a trasportare i pendolari al mattino ne viaggiano due insieme, arrivando a una capienza di 520 posti. I vecchi convogli regionali invece riescono a portare fino a 634 persone. Anche se più moderni e tecnologicamente avanzati, con finestrini grandi (pensati soprattutto per i turisti), posti a sedere più spaziosi e prese per ricaricare i computer e i cellulari, i Donizetti costringevano molti pendolari a fare il viaggio in piedi e ammassati.
È solo uno dei tanti casi che hanno portato i pendolari lecchesi a lamentarsi e a protestare. Da anni i treni di questa linea sono in ritardo, soprattutto la sera, o vengono cancellati, al punto che a febbraio i comitati dei pendolari hanno chiesto l’apertura di un confronto in prefettura con i comuni della zona e le aziende che si occupano del trasporto pubblico locale. Una delle questioni più recenti riguarda per esempio il nuovo sistema di indennizzo in caso di ritardo o cancellazione che, secondo i comitati, renderebbe più difficile fare domanda e ottenerlo.
In generale i treni regionali in Lombardia sono problematici, tra convogli vecchi e lenti, cancellazioni e continui ritardi. Lo scorso luglio anche l’assessore regionale ai Trasporti, Franco Lucente, aveva scritto una lettera a Trenord, l’azienda che gestisce il servizio ferroviario in Lombardia: «Ritardi, soppressioni e cancellazioni di treni già pronti a partire stanno crescendo di giorno in giorno, con evidente disagio per gli utenti. E poi guasti tecnici a ripetizione, come porte che non si chiudono, impianti di raffreddamento che si bloccano o perdono acqua». Lucente aveva detto di ricevere ogni giorno lamentele da amministratori locali, consiglieri regionali e soprattutto pendolari. Nonostante i continui disagi, la Regione ha affidato nuovamente il servizio ferroviario regionale a Trenord fino al 2033.
Inizialmente i Donizetti erano stati presentati come una grande innovazione, parte di un programma di un necessario rinnovo della flotta, per il quale la Regione ha stanziato quasi 2 miliardi: Trenord aveva promesso che sarebbero stati più performanti, silenziosi e soprattutto «più puntuali».
Secondo i comitati, l’insufficienza dei Donizetti nelle ore di punta era prevedibile, visti i precedenti. La scorsa estate, infatti, a causa di lavori sulla linea, i treni dovettero viaggiare con meno vagoni e quindi a capienza ridotta, ma essendo la tratta molto frequentata i vagoni si affollarono ancora più del solito e molti treni vennero soppressi per «carico eccessivo», con conseguenti ritardi e disagi. La cosa però è stata «evidentemente ignorata da parte di chi ha deciso di acquistare con soldi pubblici ben 20 treni che risultano così inutilizzabili», hanno scritto i comitati dei viaggiatori in un comunicato.
La Regione ha risposto dicendo che sulla tratta Milano-Lecco-Sondrio-Tirano c’è un costante aumento della domanda, soprattutto legato all’inizio della primavera e a un maggior numero di turisti. La capienza dei convogli è stata modulata di conseguenza, e secondo la Regione i Donizetti fanno lo stesso numero di viaggi di prima.