Lo sciopero generale in Argentina contro le riforme di Javier Milei
Ha bloccato trasporti, scuole, banche e negozi per protestare contro le riforme economiche e del mercato del lavoro volute dal presidente ultraliberista
Giovedì in Argentina c’è stato un grande e partecipato sciopero generale, che ha causato la chiusura di banche, scuole e molti negozi. Treni, metropolitane e la maggior parte dei servizi di trasporto pubblico non hanno circolato, con l’eccezione di alcune compagnie di autobus. Anche molti voli aerei sono stati cancellati. Lo sciopero è stato organizzato dal principale sindacato argentino, la Confederazione generale del Lavoro (CGT), contro i tagli alla spesa pubblica e la riforma del lavoro previsti dalla cosiddetta “legge omnibus” voluta dal presidente argentino Javier Milei e in discussione attualmente in parlamento.
La riforma di Milei, ultraliberista eletto nel dicembre del 2023, prevede la privatizzazione di molte imprese pubbliche, il taglio consistente di molti sussidi e programmi sociali e una complessiva riforma del mercato del lavoro, definita “modernizzazione”. La legge prevede anche il trasferimento di molti poteri legislativi nelle mani del governo, con una sostanziale riduzione dell’influenza del parlamento, dove il partito del presidente, La Libertad Avanza, ha una rappresentanza limitata. La legge è sostenuta anche dal principale alleato di governo di Milei, il partito di destra Juntos por el Cambio: è stata approvata alla Camera e ora è all’esame del Senato.
Milei e gli esponenti del governo hanno criticato lo sciopero e ne hanno messo in dubbio l’effettiva riuscita, nonostante l’alta adesione fra i lavoratori di ogni settore. Si tratta del secondo sciopero generale contro le riforme di Milei in cinque mesi di presidenza: il primo era stato a fine gennaio.