Il segreto di Ancelotti è Ancelotti
Nei recenti successi del Real Madrid di Carlo c'è il contributo importante di suo figlio Davide, suo vice e sempre più considerato dai media spagnoli
Lo scorso weekend il Real Madrid ha vinto il campionato maschile spagnolo di calcio, il trentaseiesimo della sua storia e il secondo con l’allenatore Carlo Ancelotti, 64 anni. Ancelotti ha allenato la squadra dal 2013 al 2015 e poi di nuovo dal 2022 a oggi, vincendo per il momento dodici trofei, tra i quali due Champions League: stasera il Real giocherà contro il Bayern il ritorno delle semifinali della competizione (all’andata, in Germania, è finita 2-2). Negli ultimi dodici anni con Carlo Ancelotti ha lavorato anche suo figlio Davide, 34 anni, che dalla stagione 2016-2017 fa il vice allenatore nelle squadre allenate dal padre e in Spagna è ormai considerato un elemento determinante nei recenti successi del Real Madrid, e un allenatore promettente e molto brillante.
Carlo Ancelotti ha spiegato che il figlio, con la sua supervisione, organizza e dirige quasi tutti gli allenamenti del Real Madrid. Come già scriveva due anni fa El País,
«Davide integra l’esperienza del padre con una visione più moderna di alcuni aspetti calcistici». Disse una cosa simile anche l’ex centrocampista spagnolo Javi Martínez, che i due Ancelotti allenarono ai tempi del Bayern Monaco: «Davide è quello che manca a Carlo, gli aggiunge quanto di nuovo c’è nel calcio: i video, le analisi dei dati».
Come molti allenatori in seconda, Davide Ancelotti ha il compito di analizzare il gioco delle avversarie del Real e di aiutare l’allenatore a organizzare nuove strategie e soluzioni tattiche, come quelle sui calci piazzati. «Il mio lavoro è creare dubbi a mio padre», ha detto una volta Davide Ancelotti. Il fatto che sia il figlio di Carlo, che sia così giovane e che il Real Madrid sia la squadra più forte e titolata al mondo, logicamente, ha generato grandi aspettative sul suo conto, soprattutto in Spagna.
Di solito, oltre ai calciatori, gli allenatori sono le uniche persone di una squadra familiari ai media e ai tifosi, anche perché è raro che gli altri componenti dello staff abbiano interazioni con loro. Dei vice allenatori si parla solamente quando sostituiscono gli allenatori squalificati, oppure “retroattivamente” quando un vice allenatore diventa poi un allenatore apprezzato (come lo spagnolo Mikel Arteta, che oggi allena l’Arsenal e in passato era stato il secondo di Guardiola al Manchester City). Per questo è notevole che in Spagna diversi media abbiano dedicato, negli ultimi due anni, degli approfondimenti a Davide Ancelotti.
Davide Ancelotti cominciò da giovane a seguire il padre. Dopo una breve carriera come calciatore nelle giovanili del Milan, entrò nello staff atletico del Paris Saint-Germain (di cui al tempo Carlo era allenatore) nel 2012, a soli 23 anni. Lavorò come preparatore atletico anche nel primo periodo del padre come allenatore del Real Madrid, quello dal 2013 al 2015. Dal 2016 invece è diventato il vice di Carlo Ancelotti, prima al Bayern Monaco, poi al Napoli, all’Everton e infine al Real Madrid.
Secondo il quotidiano sportivo Marca, parlare cinque lingue avrebbe aiutato Davide a fare da tramite tra Carlo Ancelotti e il gruppo. I calciatori, sempre per Marca, starebbero ritrovando nel figlio la disponibilità al dialogo del padre, ritenuto un allenatore eccezionale soprattutto per come sa mettere i calciatori più talentuosi nelle condizioni, mentali e tattiche, di rendere al meglio. Il quotidiano sportivo AS ha raccontato che è stato Davide Ancelotti a scegliere i cinque giocatori per calciare i rigori nei recenti quarti di finale di Champions League contro il Manchester City, in cui il Real ha passato il turno: è un segno che dimostra la sua influenza sui calciatori e la fiducia del padre nei suoi confronti.
In un articolo del settembre 2021, il quotidiano spagnolo El Mundo citava delle fonti interne al Real Madrid che lo definivano «geniale, empatico e professionale». Secondo le persone sentite dal Mundo «essere figlio di Ancelotti gli ha aperto una porta nel mondo del calcio, ma Carlo non lo avrebbe mai tenuto con sé se non fosse stato all’altezza». Dentro il Real Madrid tutti parlano di lui come di una persona che lavora e studia calcio tutto il giorno. Oggi, insomma, non si dice più che Davide Ancelotti sia un raccomandato, ma non è sempre stato così, soprattutto quando lui e il padre allenarono in Italia. Due anni fa, prima della finale di Champions League tra Real Madrid e Liverpool, in un’intervista al Corriere della Sera lui stesso disse che il periodo in cui glielo fecero pesare di più fu quello al Napoli (tra il 2018 e il 2019): «Credo sia legato al fatto che in Italia la parentela fa più rumore».
Davide Ancelotti deve ancora prendere il patentino UEFA Pro, quello che gli permetterebbe di allenare una squadra dei principali campionati europei, e sembra che abbia già rifiutato proposte di club che lo volevano come primo allenatore. In un’intervista registrata lo scorso dicembre assieme al padre per Prime Video ha detto di non avere ansia o fretta, ma che quel momento arriverà sicuramente.
Di recente ha ribadito di voler iniziare la sua carriera da primo allenatore quando i contratti suo e del padre con il Real Madrid scadranno (nel 2026): ha detto che vorrebbe, un giorno, allenare proprio il Real Madrid. Secondo Carlo Ancelotti, il figlio «ha le conoscenze, le capacità e il carattere per fare questa carriera». Ancelotti ha detto anche di essere disposto, se in futuro ci sarà tempo, a invertire i ruoli e a fare da viceallenatore al figlio Davide.