Victor Wembanyama ha rispettato le attese
Il francese della squadra di basket NBA dei San Antonio Spurs è stato premiato all'unanimità come miglior esordiente dell'anno: alla sua prima stagione ha impressionato tutti e ha dimostrato di essere un giocatore speciale
Nella notte italiana tra lunedì e martedì Victor Wembanyama, 20enne francese della squadra di basket NBA dei San Antonio Spurs, ha vinto l’NBA Rookie of the Year Award, il premio che viene dato al miglior esordiente stagionale nella principale lega di basket nordamericana. Wembanyama ha ottenuto il riconoscimento all’unanimità, visto che tutti e novantanove votanti lo hanno messo al primo posto nella loro classifica (i giornalisti ed esperti che votano per il premio devono indicare tre giocatori: il primo riceve 5 punti, il secondo 3 e il terzo 1). Wembanyama era arrivato in NBA con delle aspettative altissime, simili per certi versi a quelle che c’erano su LeBron James nel 2003, perché non si era mai visto prima un giocatore con quelle caratteristiche, alto più di due metri e venti ma bravo potenzialmente in quasi tutti gli aspetti del gioco.
La sua prima stagione, nonostante per San Antonio sia stata negativa (la squadra è arrivata penultima nel suo girone, la Western Conference, con 22 vittorie e 60 sconfitte), non ha deluso quelle attese. Wembanyama ha segnato 21,4 punti, preso 10,6 rimbalzi, fornito 3,9 assist e fatto 3,6 stoppate di media a partita. Il sito statunitense sportivo ESPN l’ha definita «una delle migliori stagioni di sempre per un rookie», mentre The Athletic ha parlato di «giocate mai viste prima».
E in effetti, oltre alle statistiche davvero notevoli, Wembanyama ha dimostrato di essere speciale (come ha detto LeBron James dopo averci giocato contro) soprattutto per il modo in cui ha raggiunto le sue impressionanti medie stagionali.
Bastano dieci giocate per capire che Wembanyama fa cose diverse da tutti gli altri giocatori
Nonostante la sua altezza, Wembanyama ha mostrato di saper palleggiare con grande tecnica e agilità, di poter segnare con continuità canestri da tre punti, di riuscire a pensare anche a giocate fuori dagli schemi. Oltre a questo, chiaramente, ci sono quelle cose che può fare perché è il giocatore più alto della NBA, come schiacciare quasi tutti i palloni che i suoi compagni gli alzano vicino al canestro ed essere uno dei migliori difensori del campionato, primo per stoppate (cioè tiri avversari bloccati) con 254.
Il playmaker dei Golden State Warriors Stephen Curry, quattro volte campione NBA e giocatore capace, a suo modo, di cambiare il basket, ancor prima che Wembanyama arrivasse in NBA lo aveva definito un giocatore creato da un videogioco con dei «codici per barare».
Nella sua prima stagione in NBA, Wembanyama ha rafforzato questa sensazione. Il sito sportivo Fanatics ha pubblicato un video in cui alcuni dei migliori giocatori della NBA del presente e del passato, tutti premiati come rookie dell’anno, si complimentano con Wembanyama per il premio. Kevin Durant, un giocatore di cui Wembanyama è considerato una specie di “versione aggiornata”, ha detto di non vedere l’ora di scoprire cosa farà nei prossimi quindici anni, mentre secondo Shaquille O’Neal il francese diventerà uno dei più forti di sempre.
Questa stagione è servita a Wembanyama per ambientarsi e far vedere di poter essere determinante anche nel più prestigioso campionato al mondo (nella NBA in generale è difficile per un giovane al suo primo anno fare la differenza in maniera significativa). I San Antonio Spurs sono una squadra in ricostruzione, non avevano l’ambizione di andare subito bene, ma puntano a crescere e a diventare di nuovo una squadra competitiva per il titolo nei prossimi anni. Molto passerà ovviamente da Wembanyama.
Secondo il suo allenatore Gregg Popovich, considerato uno dei più bravi di sempre, Wembanyama ha tutto per diventare quel giocatore: «È competitivo, vuole vincere, è molto talentuoso», ha detto il coach di San Antonio prima che il francese venisse premiato come miglior esordiente dell’anno. Popovich ha anche detto che Wembanyama «è molto più dotato di quanto lui stesso si immagini», e che quindi la sua priorità quest’anno è stata quella di aggiungere più dimensioni possibili al suo gioco.