Le foto del Met Gala 2024
Zendaya con due abiti, Josh O'Connor, la solita Kim Kardashian e gli altri alla serata più appariscente del mondo della moda
Lunedì sera si è tenuta l’edizione del 2024 del Met Gala, la più dispendiosa e scenografica serata di beneficenza del mondo della moda e dello spettacolo, organizzata ogni anno dalla rivista Vogue al Metropolitan Museum di New York e che quest’anno aveva come tema Sleeping Beauties: Reawakening Fashion (Belle addormentate: la moda che si risveglia). Come da tradizione c’è stato un affollamento di star del cinema, della musica, dello spettacolo, della moda e dello sport, vestite in modi spesso stravaganti e appariscenti.
Il dress code era “The Garden of Time” (“Il giardino del tempo”) dal nome dell’omonimo racconto breve scritto dall’autore inglese J. G. Ballard nel 1962 e per questo si sono visti molti abiti con fiori, petali, rami e foglie. Altri hanno giocato con i temi del tempo sempre ispirandosi al racconto di Ballard, che immagina una coppia aristocratica che vive in una villa murata con un giardino magico, minacciata da una folla che vuole entrare nel loro mondo e distruggerlo; per impedirlo, ogni sera la coppia recide il gambo di un fiore, che consente loro di tornare indietro un giorno nel tempo.
C’era molta attesa soprattutto per l’abito di Zendaya, protagonista di un tour promozionale per il film Challengers molto commentato e seguito. Di abiti infine ne ha indossati due, uno di archivio della collezione primavera 1996 del marchio francese Givenchy, disegnato dallo stilista britannico John Galliano quando era direttore creativo del marchio, e uno realizzato su misura dall’azienda francese Maison Margiela a partire dall’ultima collezione di haute couture ((l’alta moda, i vestiti realizzati su misura con materiali preziosi), considerata tra le più belle dell’anno e realizzata sempre da Galliano, che ora ne è il direttore creativo.
Oltre a questi c’erano molti altri abiti disegnati da Galliano e qualche giorno fa i giornali hanno raccontato che Anna Wintour, direttrice di Vogue America e organizzatrice del Met Gala, voleva dedicare proprio a lui l’annuale mostra del Costume Institute (che viene inaugurata durante il Met Gala), ma i curatori del museo si erano opposti ritenendolo inopportuno (come avevamo raccontato qui, nel 2011 Galliano venne licenziato dal ruolo di direttore creativo dell’azienda Christian Dior per degli insulti antisemiti).
Come prevedibile molti hanno indossato un abito del marchio spagnolo Loewe, tra gli sponsor del Met Gala di quest’anno, a partire da Anna Wintour, storica direttrice di Vogue America, organizzatrice dell’evento dal 1999 e principale artefice del suo successo. Per l’occasione Wintour ha rotto una delle sue note regole di abbigliamento, cioè non vestirsi di nero in pubblico: ha indossato infatti un mantello nero ricamato di fiori, ispirato a un mantello disegnato da Charles Frederick Worth, stilista britannico vissuto nell’Ottocento e considerato il fondatore della haute couture.
Poi c’erano molti abiti di archivio, una tendenza sempre più diffusa durante i red carpet, tra cui l’abito di Givenchy indossato da Kendall Jenner e realizzato dall’allora direttore creativo Alexander McQueen nel 1999 e quello di Versace scelto da Emily Ratajkowski; alcuni abiti dell’ultima collezione molto apprezzata e già citata di Maison Margiela, come quello di Kim Kardashian, che ha ispirato anche i tanti corpetti della serata; e molti nude look, cioè vestiti che lasciano scoperte molte parti del corpo o che sono indossati su body color carne per dare l’impressione della nudità. Mancavano invece le cantante Beyoncé e Rihanna, due delle protagoniste dei Met Gala degli ultimi anni, e anche Taylor Swift, la cui presenza era incerta ma attesa.
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