Cinque operai sono morti nelle fogne a Casteldaccia, vicino a Palermo
Un altro è ricoverato in condizioni molto gravi: hanno inalato fumi tossici mentre facevano lavori di manutenzione
Lunedì a Casteldaccia, in provincia di Palermo, cinque operai sono morti per aver inalato fumi tossici. Un altro operaio è stato portato al Policlinico di Palermo, quando era già privo di sensi: al momento è ricoverato in condizioni critiche. Sul caso è stata aperta un’indagine, coordinata dalla procura di Termini Imerese.
I sei stavano facendo alcuni lavori delle fogne per conto dell’Azienda Municipalizzata Acquedotto di Palermo (AMAP), la società che gestisce le reti idriche e fognarie di Palermo. Facevano parte di un gruppo di sette operai: in gran parte dipendenti di un’azienda privata, la Quadrifoglio di Partinico. Sembra che uno di loro fosse invece un lavoratore interinale dell’AMAP. Il settimo operaio del gruppo è illeso.
Gli operai erano al lavoro in una vasca di depurazione delle acque reflue vicino a un’azienda vinicola. Secondo le prime ricostruzioni si sarebbero calati uno dopo l’altro nell’impianto fognario con una scala, sentendosi male e poi morendo per via delle inalazioni. Non vedendo uscire i colleghi, il settimo avrebbe dato l’allarme.
I corpi sono stati recuperati dai vigili del fuoco nelle vasche di sollevamento della rete fognaria. Il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio, ha detto che gli operai sono morti a causa dell’inalazione di idrogeno solforato, un gas tossico e infiammabile che provoca irritazioni alle vie respiratorie. Sempre Bentivoglio, citato dall’ANSA, ha detto che la concentrazione del gas nella vasca era «dieci volte superiore ai limiti massimi» consentiti.
I cinque operai morti sono Epifanio Assazia, Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, Ignazio Giordano e Giuseppe La Barbera, e secondo le informazioni disponibili avevano tra i 47 e i 71 anni. La CGIL di Palermo ha annunciato uno sciopero generale per domani, più un presidio davanti alla prefettura.