La grande manifestazione contro Viktor Orbán in Ungheria
È stata organizzata da Péter Magyar, che da qualche mese è a capo di un movimento di opposizione diventato la più grave minaccia al potere del primo ministro ungherese
Domenica 5 maggio, in Ungheria, circa 10mila persone si sono radunate a Debrecen, la seconda principale città del paese, per sostenere Péter Magyar che da qualche mese è a capo di un movimento diventato la più grossa forza di opposizione al governo semi-autoritario e di estrema destra del primo ministro ungherese Viktor Orbán: Magyar ha definito la manifestazione politica di domenica la più grande nella storia recente dell’Ungheria.
Péter Magyar ha 43 anni, è un avvocato e ha di recente fondato un nuovo partito, TISZA (Tisztelet és Szabadság, Rispetto e Libertà), che presenterà 12 candidati alle elezioni europee e quattro candidati alle elezioni amministrative di Budapest che si terranno a giugno. Magyar sostiene di essere un centrista, di ispirarsi al presidente francese Emmanuel Macron, e i sondaggi danno TISZA al 25 per cento, facendone dunque il più importante movimento di opposizione al partito di Orbán, Fidesz, che è dato al 45 per cento circa.
Fino a qualche tempo fa Péter Magyar era praticamente uno sconosciuto in Ungheria, sebbene fosse membro della dirigenza di Fidesz, e sebbene la sua ex moglie, Judit Varga, fosse ministra e parlamentare e lui sedesse nel consiglio di amministrazione di alcune aziende di stato. Lo scorso febbraio, Varga e la presidente della Repubblica ungherese Katalin Novàk erano finite al centro di un grosso scandalo scoppiato quando si era scoperto che Novàk aveva concesso la grazia a un uomo che era stato condannato come complice in un caso di abusi sessuali su minori. Novàk si era dimessa e poco dopo anche Varga, che quando era ministra della Giustizia aveva firmato la grazia concessa dalla presidente.
Immediatamente dopo queste notizie, Magyar aveva annunciato pubblicamente che si era dimesso dai consigli di amministrazione delle aziende pubbliche, che era uscito da Fidesz e che il suo nuovo obiettivo era di fare opposizione al governo di Orbán. Soprattutto, aveva cominciato a presentarsi come un whistleblower, una persona cioè che denuncia attività fraudolente o illecite all’interno di un ente o di un’organizzazione di cui aveva fatto parte. Tra le altre cose, aveva reso pubblica una registrazione che risale al 2023 di Varga, dalla quale si è nel frattempo separato: nel file audio, Varga sembra suggerire che alcuni importanti membri del governo di Orbán avessero fatto eliminare certe prove da alcuni documenti giudiziari per nascondere il loro coinvolgimento in un giro di corruzione. La registrazione, secondo Magyar, provava che il regime di Orbán era profondamente corrotto, e che soltanto una persona come lui, che ne aveva fatto parte e che poi ne era uscito, poteva riuscire a batterlo.
Il messaggio di Magyar aveva immediatamente attirato l’attenzione di una parte consistente dell’elettorato e lui aveva iniziato a organizzare grandi manifestazioni di protesta contro il governo, come quella di domenica in cui ha denunciato la «mafia» che domina il potere in Ungheria e la gestione del paese come se fosse «un’azienda familiare»: «Oggi la stragrande maggioranza del popolo ungherese è stanca dell’élite al potere, dell’odio, dell’apatia, della propaganda e delle divisioni», ha detto Magyar davanti alla folla riunita a Debrecen, dove Fidesz e Orbán hanno sempre avuto un grande consenso, «gli ungheresi oggi vogliono cooperazione, amore, unità e pace».