Cosa sappiamo dell’arresto a Miami di Matteo Falcinelli
Ci sono nuove testimonianze delle violenze della polizia, e sua madre ha raccontato le conseguenze fisiche e psicologiche subite dal 25enne italiano
Tra domenica e lunedì sono state pubblicate nuove informazioni sul violento arresto di uno studente italiano venticinquenne, Matteo Falcinelli, compiuto a febbraio da alcuni agenti della polizia di Miami, negli Stati Uniti. Dell’arresto si aveva avuto notizia sabato, dopo che il sito del Quotidiano Nazionale aveva pubblicato il video registrato dalla bodycam di uno degli agenti coinvolti, che mostrava i poliziotti legare insieme i polsi e le caviglie di Falcinelli con una pratica chiamata hogtie, molto controversa anche negli Stati Uniti: prevede che mani e piedi siano legati insieme dietro la schiena.
Falcinelli è di Spoleto, in provincia di Perugia, e si trova a Miami perché frequenta un corso di laurea in management alla Florida International University. Il suo arresto è avvenuto il 25 febbraio, come testimonia anche la data nel video registrato della bodycam. La vicenda che ha portato all’arresto non è ancora del tutto chiara. Falcinelli era entrato in uno strip club a nord di Miami, il Dean’s Gold, ma secondo la sua famiglia lo avrebbe fatto credendo che si trattasse di un bar normale, e non di un locale frequentato da sex worker.
Attenzione, il video è piuttosto forte.
Cosa sia successo dentro il locale non è chiaro: secondo gli avvocati di Falcinelli, nel locale gli sarebbe stata offerta la compagnia di una donna per 500 dollari, e non si sa se poi Falcinelli abbia rifiutato di pagare o abbia pagato e poi chiesto indietro la somma. A quel punto Falcinelli si sarebbe accorto della mancanza dei suoi due cellulari, poi li avrebbe ritrovati, e ci sarebbe stato un diverbio con il buttafuori. Dal locale hanno poi chiamato la polizia, che una volta arrivata aveva accompagnato il ragazzo all’esterno e lì lo aveva arrestato dopo un ulteriore diverbio.
Repubblica ha visto altri due video dell’arresto, diversi da quello diffuso dal Quotidiano Nazionale, e sempre provenienti dalla bodycam di un poliziotto. In uno di questi video, Falcinelli avrebbe insistito nel chiedere agli agenti di riavere i cellulari che aveva lasciato nel locale, mentre nel rapporto della polizia si dice che il ragazzo avrebbe chiesto di riavere indietro 500 dollari. Nel video si sentirebbe Falcinelli dire «non ho fatto niente» e «ho pagato tutto».
Dopo le insistenze di Falcinelli nel chiedere di riavere i cellulari, «gli agenti lo immobilizzano, lo stendono a terra e lo ammanettano, senza che il ragazzo avesse fatto niente», scrive Repubblica. Nel video si vede che, mentre Falcinelli è steso a terra, un buttafuori esce dal locale e consegna i cellulari a un agente, che li mette insieme agli altri documenti di Falcinelli, come se gli fossero stati sequestrati tutti insieme al momento dell’arresto, e non in due momenti diversi. Dopodiché nel video si vedrebbero i poliziotti discutere di come giustificare l’arresto di Falcinelli: si sentirebbe uno di loro dire «ha continuato a toccarci tutti». In Florida anche solo toccare un poliziotto può giustificare l’arresto.
L’altro video visionato da Repubblica mostrerebbe Falcinelli nella stazione di polizia, dove è stato girato il video pubblicato dal Quotidiano Nazionale nei momenti precedenti a quando gli agenti hanno immobilizzato il ragazzo legandogli polsi e caviglie. Si vede Falcinelli sullo sfondo, ripreso attraverso la finestra della cella mentre cammina avanti e indietro, in silenzio. Dopo poco, all’improvviso, tre agenti vanno verso la cella, seguiti da un quarto con la bodycam, e da lì iniziano le violenze contro il ragazzo. Repubblica scrive che la polizia di Miami ha avviato un’indagine interna sulla vicenda.
La famiglia di Falcinelli ha riferito che dopo essere stato legato, il ragazzo sarebbe rimasto in quella posizione per 13 minuti, senza che ci fosse nessuno nella stanza con lui. Dopo tre giorni di carcere Falcinelli era uscito su cauzione, e nella fase preliminare del processo la giudice gli aveva proposto di far cadere tutte le accuse in cambio dell’impegno a frequentare un programma rieducativo. Falcinelli aveva accettato. Stando al racconto della famiglia però i suoi avvocati hanno ottenuto il video dell’arresto soltanto il 12 aprile, e quindi hanno avuto prova soltanto in un secondo momento delle violenze avvenute quel giorno.
Nel frattempo Vlasta Studenicova, la madre del ragazzo, ha raccontato la versione dei fatti della famiglia in diverse interviste. Al Corriere ha detto che il figlio «aveva la schiena a pezzi quando è andato in ospedale» e che «ancora oggi ha difficoltà a compiere movimenti banali di vita quotidiana con le mani, come svitare il tappo di una bottiglia, per le conseguenze di quei polsi legati così stretti». Ha raccontato anche dei risvolti psicologici della violenza dei poliziotti, e lo ha descritto «debilitato, impaurito, sconvolto. Gli hanno distrutto la vita e il ragazzo solare che è sempre stato oggi non c’è più». A Repubblica ha raccontato anche che nei tre giorni in arresto ha tentato il suicidio quattro volte.
Sempre parlando con Repubblica, Studenicova ha sostenuto che l’accusa con cui era stato arrestato – “battery on a law enforcement officer”, cioè resistenza a pubblico ufficiale – sarebbe del tutto priva di fondamento: «Matteo non ha spintonato gli agenti. Nelle immagini si vede che chiede il nome a uno di loro, indica la targhetta sulla divisa, forse la sfiora, a quel punto scattano l’arresto e la violenza». La madre dice anche di sospettare che il figlio sia stato drogato nel locale con il GHB (acido gamma-idrossibutirrico), una sostanza sedativa nota anche come “droga dello stupro”, perché usata spesso in casi di violenze sessuali ai danni di persone incoscienti o quasi. «Potrebbero avergliela messa nelle bevande. Faremo analizzare le macchie di sangue sulla camicia che indossava quella sera», ha detto.