“La minaccia fantasma” faceva davvero così schifo?
Venticinque anni fa uscì uno dei film meno apprezzati della saga di Star Wars: alcuni cinema lo hanno rimesso in programmazione, e c'è chi lo sta rivalutando
Nel 2009 in alcuni cinema statunitensi ed europei uscì un film incentrato e rivolto ai fan più sfegatati di Star Wars, una delle più famose saghe di fantascienza nella storia del cinema. Il film si chiama Fanboys e racconta la storia di un gruppo di amici che cercano di far vedere in anticipo a uno di loro La minaccia fantasma, il film che nel 1999 fece di fatto ripartire la produzione di film di Star Wars dopo una pausa di 16 anni dall’uscita dell’ultimo film della trilogia originale, Il ritorno dello Jedi.
Fanboys andò maluccio: raccolse meno di un milione di dollari nei cinema e ottenne recensioni perplesse. Il film contiene soprattutto una lunga serie di citazioni che possono cogliere quasi solo gli impallinati della saga. A distanza di qualche anno, Fanboys ha lasciato traccia quasi solo per una battuta molto ben riuscita, verso la fine del film. Il gruppo di amici si presenta al cinema nel giorno di uscita ufficiale della Minaccia fantasma, e appena prima che inizi la proiezione uno di loro chiede agli altri: «e se facesse schifo?».
La battuta è particolarmente riuscita perché, nonostante ottimi incassi, La minaccia fantasma deluse davvero moltissimi fan di Star Wars. Molti lo considerano uno dei più brutti film della saga, che nel frattempo si è ampliata a 9 film – due dei quali sono usciti fra il 2002 e il 2005 e formano una trilogia proprio con la Minaccia fantasma – e una decina di serie tv. A 25 anni dalla sua uscita però alcuni fan e critici cinematografici stanno rivalutando La minaccia fantasma, e quest’anno alcuni cinema statunitensi e britannici hanno persino deciso di riproporlo in occasione del 4 maggio, una data che ogni anno viene celebrata dai fan di Star Wars per via di un gioco di parole nella lingua inglese.
I primi tre film della saga di Star Wars uscirono fra il 1977 e il 1983 e crearono un culto piuttosto coriaceo di appassionati. Ancora oggi sono considerati dei gran film, in cui il regista e ideatore della saga George Lucas azzeccò quasi tutto: l’estetica, che introdusse un immaginario diverso e più “sporco” rispetto alle astronavi e alle ambientazioni scintillanti dei classici film di fantascienza; gli effetti speciali, a cui lavorarono alcuni addetti ai lavori che negli anni successivi diventarono fra i più ricercati nel settore; la trama, che prese spunto da innumerevoli miti e leggende legati al passaggio dall’infanzia all’età adulta, reinterpretati e riconfezionati.
E ovviamente i protagonisti: Darth Vader, il principale antagonista della saga, è ancora oggi un cattivo sostanzialmente perfetto. Gli altri personaggi poi guadagnarono forza grazie ad alcune scelte particolarmente felici nel cast: Carrie Fisher e Harrison Ford, rispettivamente la principessa Leia e Han Solo, ebbero in Star Wars i primi ruoli di una carriera longeva e apprezzata.
Per tutte queste ragioni l’asticella per La minaccia fantasma era fissata molto in alto, probabilmente in un punto irraggiungibile, tanto che lo stesso Lucas poco prima dell’uscita dei cinema cercò di ridimensionare le aspettative dei fan. «È solo un film», disse durante una conferenza stampa nella primavera del 1999. «Abbiamo provato intensamente a non creare troppe aspettative: rimane un film per ragazzi di 12 anni, una saga del sabato pomeriggio per bambini».
Già nelle prime settimane di proiezione fan e critici individuarono diversi punti deboli che rendono La minaccia fantasma un film peggiore dei primi tre, oltre che modesto in termini più generali. Il Washington Post lo definì «un film senza gioia, apertamente reverenziale e dalla trama impenetrabile». Slate dedicò un pensiero «a quei poveri disperati accampati per un mese e mezzo fuori dai cinema» per assicurarsi i primi biglietti.
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Per molti aspetti La minaccia fantasma era tutto ciò che i primi film della saga non erano. La trama era parecchio involuta e ruotava attorno a una complessa disputa commerciale, ambientata cinquant’anni prima delle vicende mostrate nei primi tre film. Nel cast erano presenti attori affermati come Liam Neeson e altri estremamente talentuosi come Natalie Portman e Ewan McGregor: il protagonista però era un attore che al momento delle riprese aveva 9 anni, lo statunitense Jake Lloyd, che interpretava un giovane Anakin Skywalker (che solo anni dopo avrebbe preso il nome di Darth Vader).
Lloyd aveva già recitato in altri ruoli, soprattutto nella serie tv E.R. – Medici in prima linea, e fu scelto da Lucas in persona. Tuttavia la sua interpretazione è l’elemento che funziona meno in tutto il film: in molte scene del film Lloyd risulta legnoso e assente, e non venne aiutato per nulla dalla sceneggiatura, che faceva di Anakin un anonimo bambino un po’ petulante. Associarlo a Darth Vader risultava assai difficile. Dopo la Minaccia fantasma Lloyd recitò in un altro paio di film e poi abbandonò del tutto la carriera di attore. Qualche anno dopo emerse che aveva grossi problemi di salute mentale, verosimilmente peggiorati dalle enormi attenzioni che gli furono rivolte durante e dopo le riprese.
Il personaggio di Anakin Skywalker non fu l’unico a non funzionare, nel film. La principale spalla comica della Minaccia fantasma doveva essere Jar Jar Binks, un goffo alieno rosa dalla lingua lunghissima. Il problema è che Jar Jar Binks faceva ridere ben poche persone. Di più: il modo in cui si esprimeva ad alcuni sembrò una caricatura di come si parla inglese nei paesi caraibici, soprattutto in Giamaica. Ancora oggi il New York Times definisce Jar Jar Binks «il personaggio più odiato della saga di Star Wars».
Jar Jar Binks venne rapidamente rimosso dai film successivi. Nella Minaccia fantasma Jar Jar Binks compare sullo schermo per 24 minuti e 23 secondi. Nel secondo film della trilogia dei “prequel”, L’attacco dei cloni, per 3 minuti e 37 secondi. Nel terzo e ultimo film della trilogia, La vendetta dei Sith, per appena 53 secondi.
Anche diverse interazioni fra personaggi non sembravano essere scritte in maniera credibile e accurata. Il meme più famoso della trilogia dei prequel – che mostra un dialogo faticoso fra Anakin Skywalker e il personaggio di Natalie Portman – non fa parte della Minaccia fantasma ma dell’Attacco dei cloni: anche la Minaccia fantasma, comunque, ebbe la sua quota di dialoghi poco fluidi.
Nella Minaccia fantasma poi Lucas fece molte scelte che sembravano andare in una direzione totalmente diversa rispetto ai primi film. I Jedi smisero di essere sacerdoti di una antica e misteriosa religione, a cui si aderiva dopo anni di studio ed esercitazioni. Venne invece introdotto il concetto di midi-chlorian: microrganismi che determinano già alla nascita quanto uno Jedi possa diventare potente.
Per gli effetti speciali Lucas non si affidò più ai suoi precedenti collaboratori, ma riempì il film di scene girate in CGI, una sigla che sta per computer-generated imagery e indica immagini generate al computer, utilizzato anche in scene in cui nei precedenti film erano stati usati pupazzi e modellini. Le astronavi mostrate nel film, quasi tutte create in CGI, sembravano più quelle di un videogioco che degli scassoni che potevano essere riavviati con un pugno, come faceva Han Solo in una scena della “vecchia” trilogia. L’uso così intenso di CGI non piacque ai fan ma fu una delle cose che più convinse i critici, già all’epoca.
Quando uscì, il New York Times in una recensione piuttosto positiva scrisse che La minaccia fantasma «sembra il modello per una nuova generazione di film di fantascienza in CGI». Cosa che effettivamente poi avvenne, dato che la computer grafica viene utilizzata in maniera sistematica per film come quelli dei supereroi Marvel.
Negli anni diversi altri aspetti della Minaccia fantasma sono stati rivalutati. Sul Guardian per esempio il critico Ben Child sostiene che il film contenga «la più bella battaglia di sempre con le spade laser», cioè le armi proprie dei Jedi. Altri fanno notare che La minaccia fantasma è in realtà il migliore della trilogia dei prequel, se confrontato con gli altri due (che in effetti ottennero recensioni ancora peggiori e incassi inferiori). Da qualche anno alcuni angoli di internet sono pieni di gente che cerca di convincere gli altri che in realtà La minaccia fantasma è un bel film.
Sul Los Angeles Times, la critica Tracy Brown sostiene che in parte c’entri il fatto che per molti appassionati «La minaccia fantasma è stata la prima esperienza con la saga di Star Wars, e oggi sono diventati abbastanza vecchi da poterla difendere come un momento di formazione». Una delle posizioni più equilibrate sulla riscoperta della Minaccia fantasma e più in generale dei prequel l’ha espressa su The Ringer il critico Justin Charity:
La nostalgia per i prequel non può redimere totalmente quei film. Nemmeno gli appassionati più fedeli né i critici più bastiancontrari sembrano preparati ad argomentare che i prequel fossero davvero dei bei film. Ma alla fine ci hanno regalato varie citazioni, diversi meme, e sono divertenti da guardare con un senso di superiorità, litigarci sopra, e farlo insieme.