In Israele è stato ritrovato il corpo di un uomo che si pensava fosse stato rapito da Hamas il 7 ottobre
Venerdì l’esercito israeliano ha detto di aver identificato in Israele il corpo di un uomo che si pensava fosse stato rapito da Hamas il 7 ottobre, e che invece era stato erroneamente sepolto insieme al corpo di una donna uccisa dal gruppo radicale islamista durante l’attacco al festival musicale Supernova, durante il quale furono uccise più di 360 delle circa 1.200 persone uccise da Hamas quel giorno. L’uomo in questione è Elyakim Libman, che il 7 ottobre stava lavorando al festival come addetto alla sicurezza: le Forze di difesa israeliane hanno detto di averlo identificato «dopo un’indagine approfondita e complessa», a più di sei mesi dall’attacco dello scorso autunno.
Finora si credeva che Libman fosse una delle oltre 250 persone rapite da Hamas e portate nella Striscia di Gaza. Quella degli ostaggi imprigionati da Hamas e da altri gruppi radicali è stata fin da subito una delle questioni più discusse e complicate nel contesto delle negoziazioni per il cessate il fuoco nella Striscia, sia perché il ritorno degli ostaggi è per Israele una condizione irrinunciabile, sia perché da mesi non ci sono notizie certe su quanti di loro siano ancora vivi, dopo mesi di prigionia e di bombardamenti israeliani, e su dove si trovino esattamente.
Secondo le stime, almeno 34 degli ostaggi sarebbero morti e circa 130 risultano dispersi: gli altri sono stati rilasciati o salvati. Israele sostiene che tutti gli ostaggi morti siano stati uccisi da Hamas, secondo cui invece sarebbero morti nei bombardamenti israeliani. Le stime del ministero della Salute della Striscia di Gaza dicono che le persone uccise dall’esercito israeliano nella Striscia dal 7 ottobre in poi sono almeno 34.600.
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