In Georgia il governo è sempre più filorusso
E accusa migliaia di cittadini, che protestano contro la legge sugli “agenti stranieri” e che vorrebbero l’entrata della Georgia nell’Unione Europea, di essere manovrati dall’Occidente
A partire dalla metà di aprile in Georgia (il paese in Caucaso, non lo stato americano) migliaia di persone stanno manifestando contro una proposta di legge che classificherebbe come “agenti stranieri” tutte le associazioni che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero. La proposta, promossa dal governo guidato dal partito populista Sogno Georgiano, è modellata su una legge simile in vigore da anni in Russia, che il regime di Vladimir Putin ha usato per far chiudere media indipendenti, ong e associazioni della società civile.
Non è la prima volta che in Georgia si manifesta contro questa proposta di legge: il governo di Sogno Georgiano aveva già provato a farla passare poco più di un anno fa, ma l’aveva ritirata dopo grandi proteste popolari. Ora il governo ci sta riprovando: le proteste sono tornate, ma ci sono vari segnali che sembrano indicare che la strategia del governo sia cambiata, e che la repressione, questa volta, potrebbe essere più dura.
La legge sugli “agenti stranieri” è contrastata dalla maggioranza dei cittadini georgiani principalmente per due ragioni: anzitutto perché i georgiani ci vedono un pericolo per la democrazia, già messa in crisi da varie misure adottate dal governo populista di Sogno Georgiano. Chi la critica la chiama “legge russa”, e sostiene che darebbe al governo il potere di far chiudere i media di opposizione e minacciare le ong e le associazioni della società civile.
In secondo luogo, perché la legge sarebbe un grave impedimento ai tentativi della Georgia di accedere all’Unione Europea, che per la popolazione è una delle maggiori priorità: secondo i sondaggi, quasi l’80 per cento dei georgiani vuole entrare nell’Unione, sia per migliorare la propria economia sia per proteggersi dalla Russia, che nel 2008 invase il paese e tuttora occupa militarmente le due regioni georgiane dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud.
– Ascolta Globo: La Georgia, che è stata la prima
Davanti a un’opinione pubblica così apertamente schierata, il governo di Sogno Georgiano ha sempre cercato di mantenere almeno in pubblico un certo equilibrio. Il partito e la sua classe dirigente sono chiaramente molto vicini e favorevoli alla Russia di Vladimir Putin: il suo fondatore, il miliardario Bidzina Ivanishvili, ha la gran parte dei suoi interessi finanziari in Russia, ed è sempre stato allineato alle posizioni del regime russo. Ivanishvili, che è stato primo ministro tra il 2012 e il 2013, è l’uomo più ricco della Georgia e benché sostenga di aver lasciato la politica continua a manovrare dall’esterno il partito e il governo del paese, e ad avere un’enorme influenza sulla sua economia.
Nonostante questo, per anni Sogno Georgiano ha cercato di barcamenarsi tra le proprie tendenze filorusse e un’opinione pubblica saldamente europeista: tra le altre cose, la Georgia ha fatto richiesta formale di entrare nell’Unione Europea nel 2022, e alla fine dell’anno scorso ha ottenuto lo status di paese candidato.
Dopo i recenti scontri attorno alla legge sugli “agenti stranieri”, però, la situazione sembra cambiata, e il governo sembra pronto ad adottare una posizione più apertamente ostile all’Occidente.
Lo hanno notato molti analisti dopo che questa settimana, a seguito di giorni di grosse proteste antigovernative, Ivanishvili aveva attaccato in maniera molto dura e inedita l’Occidente, sostenendo teorie del complotto secondo cui le proteste contro il governo sarebbero manovrate da un «partito globale della guerra» gestito dall’Occidente che vuole destabilizzare il governo della Georgia, e dunque tutto il paese.
Secondo Ivanishvili, l’Occidente starebbe finanziando delle ong in Georgia (quelle che la “legge russa” vorrebbe sanzionare) per fomentare una rivoluzione che porterebbe instabilità e che metterebbe il paese contro la Russia, e dunque contro i suoi interessi.
Questo tipo di retorica è tutto sommato inedita per Ivanishvili e per Sogno Georgiano, ma è molto comune in altri stati: è molto simile alla retorica usata da Vladimir Putin contro i suoi oppositori interni, accusati sistematicamente di essere manovrati dall’Occidente per danneggiare la Russia; ed è simile alla retorica usata dal dittatore bielorusso Alexander Lukashenko quando ha represso con violenza le proteste popolari contro di sé.
L’idea è che, davanti a una seconda grande ondata di manifestazioni contro la “legge russa”, Ivanishvili e Sogno Georgiano abbiano deciso di porre fine all’equilibrio che avevano cercato di mantenere finora, di schierarsi più apertamente contro l’Occidente e di attaccare le proteste, delegittimandole. Le parole di Ivanishvili «sono un chiaro manifesto anti occidentale, che certifica il completo riorientamento della politica estera del paese da quando Sogno Georgiano è salito al potere 12 anni fa: lontano dall’Europa e più vicino alla Russia, ma anche alla Cina, che è vista come un’alternativa all’Occidente», ha detto a Le Monde Davit Zedelashvili, uno scienziato politico e ricercatore del centro studi Gnomon Wise di Tbilisi, la capitale.
Questa operazione di delegittimazione dell’opposizione potrebbe significare che il governo intensificherà la propria attività di repressione, sia politica sia per quanto riguarda le manifestazioni. Nei giorni successivi alle dichiarazioni di Ivanishvili le violenze della polizia contro i manifestanti sono effettivamente state più intense: la polizia ha disperso i manifestanti con lacrimogeni, idranti e spray al peperoncino, e decine di persone sono state picchiate e arrestate. Tra le persone che hanno subìto violenze c’è stato anche il leader del principale partito di opposizione, Movimento Nazionale Unito, che il giorno dopo si è presentato in parlamento con il volto tutto fasciato. Ovviamente però, non è possibile stabilire una correlazione diretta tra le dichiarazioni di Ivanishvili e il comportamento della polizia.
La “legge russa” è già stata approvata in seconda lettura dal parlamento, che è controllato da Sogno Georgiano. Se il governo intende andare avanti, sarà con ogni probabilità approvata anche in terza lettura. La presidente della Repubblica Salome Zourabichvili, che non è affiliata a Sogno Georgiano, ha fatto sapere che porrà il veto sulla legge, ma il governo ha abbastanza voti in parlamento da superare il veto.