Il racconto della cestista statunitense Brittney Griner della sua detenzione in Russia

Ha passato dieci mesi in varie prigioni russe, fra umiliazioni, sofferenze fisiche, depressione e abusi: le ha raccontate al New York Times e in un libro

Griner durante un processo a Khimki, in Russia (AP Photo/Alexander Zemlianichenko, File)
Griner durante un processo a Khimki, in Russia (AP Photo/Alexander Zemlianichenko, File)

Brittney Griner, cestista professionista statunitense, fu arrestata all’aeroporto di Mosca nel febbraio 2022, una settimana prima dell’invasione russa dell’Ucraina, e poi condannata a nove anni di prigione per traffico di droga. La condanna e la detenzione erano legate a questioni politiche e alle tensioni tra la Russia e i paesi occidentali dovute alla guerra in Ucraina. Passò dieci mesi in varie prigioni russe prima di essere liberata l’8 dicembre in uno scambio di prigionieri fra Russia e Stati Uniti. Il 7 maggio uscirà negli Stati Uniti il suo libro di memorie Coming Home (Tornare a casa), e venerdì il New York Times ha pubblicato un lungo articolo in cui Griner ha raccontato per la prima volta la sua detenzione in Russia e il disturbo da stress post-traumatico di cui ha sofferto in seguito.

Griner dice che non «dimenticherà mai niente» di ciò che le è successo e racconta delle terribili condizioni di detenzione in cui ha vissuto, delle assenze di igiene, di comunicazioni e dei minimi diritti che dovrebbero essere garantiti a un detenuto o a una detenuta. Ha subito situazioni umilianti e abusi, è stata costretta a lavorare in turni lunghissimi e ha sofferto fisicamente e psicologicamente, pensando anche al suicidio:

La mia vita era diventata un susseguirsi di spazzare e spolverare, pulire e pregare, sperando di poter tornare a casa in qualche modo.

Griner ha 33 anni ed è una delle giocatrici di pallacanestro più forti e note negli Stati Uniti: gioca nelle Phoenix Mercury della Women’s National Basketball Association (WNBA), con cui ha ripreso l’attività dopo un lungo periodo di recupero fisico e psicologico. Nel febbraio 2022 dopo la fine della stagione statunitense stava andando in Russia per giocare temporaneamente con una squadra locale (cosa non così inusuale per le giocatrici professioniste, meno pagate rispetto ai colleghi maschi). Nel bagaglio che aveva con sé, preparato di fretta perché stava perdendo l’aereo, erano rimaste due cartucce per un vaporizzatore con olio di hashish (un derivato della cannabis), che le era stato prescritto da un medico in Arizona per trattare dolori cronici ma che in Russia è vietato. Era stata quindi fermata ai controlli aeroportuali e arrestata.

Brittney Griner prima di una partita della WNBA, nel giugno del 2023 (AP Photo/Nick Wass)

Griner racconta che nella prima prigione in cui era stata rinchiusa la sua cella era composta da un letto troppo piccolo per lei (è alta 2,06 metri) e un buco nel pavimento sporco di feci da usare come gabinetto. Il suo primo pasto era stato un porridge a base di latte con un pesce fritto che l’ha fatta subito stare male. Non aveva a disposizione asciugamani, sapone, dentifricio, shampoo o deodorante: dice di aver strappato una maglietta e usato i vari pezzi per pulire denti e corpo, e come carta igienica. «Non sono mai stata così sporca in vita mia», ha detto al New York Times.

Griner aveva pochissimi contatti con la moglie Cherelle Watson. Negli Stati Uniti era stata un’attivista LGBT e nelle carceri russe è stata oggetto di domande e prese in giro da parte delle guardie carcerarie riguardo al suo orientamento sessuale. È stata obbligata a stare nuda di fronte ai dottori del carcere, che l’hanno fotografata. Ogni trasferimento avveniva in gabbie troppo piccole per lei e in almeno una occasione è stata trasferita con manette e una catena legata alla guardia.

In carcere ha tagliato i lunghi capelli dreadlocks perché tutte le detenute erano costrette a svolgere attività all’aperto, al freddo e alla pioggia: nelle celle poco riscaldate i capelli non si asciugavano mai e temeva di prendere la polmonite, ha raccontato. In carcere ha iniziato a fumare, fino a un pacchetto di sigarette al giorno, ha perso massa muscolare ed è ingrassata mangiando i prodotti a disposizione nello spaccio della prigione (noodle, muffin, salame e latte condensato). Riusciva a comunicare con le guardie e le altre detenute solo attraverso le traduzioni di una compagna di cella. Psicologicamente non si sentiva in grado a fare attività fisica (anche solo gli addominali), ma aveva l’ossessione di tenere pulita la cella.

Alla fine di ottobre del 2022 era stata trasferita in una colonia penale a 300 chilometri da Mosca, a Mordovia, in una struttura che era stata un gulag sovietico: era in una cella collettiva con altre 20 detenute, il bagno comune era utilizzato da 50 donne. Ha lavorato in turni da 12-15 ore nella confezione di uniformi per i militari russi: principalmente tagliava grandi pezzi di stoffa con macchine con lame rotanti. Ogni tanto si offriva per spazzare la neve e togliere il ghiaccio all’esterno, perché quelle attività le ricordavano gli allenamenti sportivi. Aveva iniziato a tenere una specie di diario sui margini di una Bibbia e di una rivista di sudoku.

Brittney Griner con la moglie Cherelle al ritorno a San Antonio, negli Stati Uniti (Miquel A. Negron/U.S. Army via AP)

A fine novembre le era stato comunicato che erano in corso trattative per uno scambio di prigionieri e dopo lunghi viaggi è stata infine liberata, con uno scambio ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, con il trafficante di armi Viktor Bout, che stava scontando una lunga pena negli Stati Uniti.

Alcune settimane dopo il rientro a casa ha provato a riprendere l’attività sportiva, ma ha presto capito di non essere in grado di farlo, per motivi fisici («Sentivo che non avevo più il corpo di prima») e soprattutto psicologici. Ha lottato e continua a lottare con disturbi da stress post-traumatico e con la depressione: «Mi dicevano tutti che era ok non sentirsi ok, ma cosa voleva dire?». I terapisti le hanno detto che non era più possibile pensare al «prima» e Griner oggi si sta lentamente adattando alla nuova realtà: nella stagione 2023 è tornata a giocare, con un buon rendimento.

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