Diversi giornali statunitensi hanno denunciato OpenAI e Microsoft per presunta violazione del copyright
Otto giornali statunitensi, fra cui il New York Daily News e il Chicago Tribune, tutti di proprietà del fondo di investimento Alden Global Capital, hanno citato in giudizio OpenAI e Microsoft, sostenendo che le due aziende abbiano usato i loro articoli per addestrare i propri chatbot, ChatGPT e Copilot: questo sarebbe stato fatto senza pagare le testate e senza chiedere loro l’autorizzazione, in violazione delle leggi sul copyright. I giornali hanno presentato come prove diversi estratti di conversazioni con i due chatbot in cui vengono riprodotti lunghi estratti di loro articoli senza «un collegamento ipertestuale evidente» all’articolo originale. I giornali sostengono inoltre che a questi pezzi copiati vengano anche aggiunti notizie e dati falsi o non corretti.
Nella denuncia vengono citate diverse frasi dette dall’amministratore delegato di OpenAI Sam Altman, secondo cui i chatbot come ChatGPT non possono essere addestrati senza materiale protetto da copyright. Il documento sostiene inoltre di poter provare che OpenAI riesca ad aggirare agilmente i paywall e che OpenAI e Microsoft debbano «ottenere il consenso degli editori per l’utilizzo dei loro contenuti e pagare un valore equo per tale utilizzo».
La causa è molto simile a quelle già intentate contro le stesse aziende da altri giornali: a dicembre 2023 le due aziende erano state citate in giudizio per lo stesso motivo dal New York Times, e la stessa cosa era stata fatta a febbraio dai siti di news The Intercept, AlterNet e Raw Story. Prima dei giornali a intentare cause di questo tipo erano stati diversi scrittori, fra cui George R. R. Martin e Jonathan Franzen. OpenAI e Microsoft sostengono in modi diversi di non aver infranto alcuna legge.
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