Benjamin Netanyahu dice che Israele invaderà Rafah con o senza un accordo sulla tregua
«L'idea che porremo fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile», ha detto il primo ministro israeliano
Martedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito l’intenzione del suo governo di invadere la città di Rafah, l’ultima città nel sud della Striscia di Gaza in cui l’esercito israeliano non è ancora entrato, e dove si sono rifugiati circa 1,4 milioni di civili palestinesi.
Nel corso di un incontro con i familiari delle persone uccise o prese in ostaggio da Hamas nell’attacco del 7 ottobre, Netanyahu ha detto che Israele invaderà Rafah «con o senza un accordo» con Hamas per un cessate il fuoco.
Le negoziazioni per una tregua sono riprese in questi giorni al Cairo, in Egitto: gli incontri erano entrati in una fase di stallo soprattutto a causa della richiesta di Israele di liberare 40 ostaggi, principalmente donne e anziani, che però Hamas non era in grado di trovare. Ora Israele ha presentato una nuova proposta che prevede la liberazione di 33 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di 40 giorni. Una delegazione di Hamas ha lasciato il Cairo lunedì per studiare la proposta, e una risposta potrebbe essere data già mercoledì.
Netanyahu, comunque, ha detto che il successo o meno delle negoziazioni non cambierà i piani di Israele di invadere Rafah:
«L’idea che porremo fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile. Entreremo a Rafah e annienteremo tutte le milizie di Hamas presenti, con o senza un accordo, per ottenere una vittoria totale»
I preparativi per l’invasione via terra di Rafah sono in corso da giorni: alcune immagini satellitari mostrano che Israele sta preparando una tendopoli in cui trasferire gli abitanti della città prima dell’incursione. Nella notte tra domenica e lunedì almeno 27 persone sono state uccise dai bombardamenti israeliani proprio a Rafah.