La storia di un reperto che per vent’anni nessuno aveva analizzato
Quello che nel 2010 risolse il caso dell'omicidio di Alberica Filo della Torre, avvenuto nel luglio del 1991: era in una scatola dei reperti e nessuno ci aveva mai fatto caso
Alberica Filo della Torre venne assassinata la mattina del 10 luglio 1991 all’interno della sua villa, nel complesso residenziale dell’Olgiata, a Nord di Roma. In quel momento in casa c’erano i due figli della donna, la loro baby sitter inglese e due cittadine filippine che si occupavano della casa.
Le due nuove puntate di Indagini raccontano quello che venne definito “il delitto dell’Olgiata” e di come per vent’anni le inchieste della procura di Roma non giunsero a nessun risultato. Furono indagate più persone, fatte ipotesi diverse, alcune fantasiose. Giornali e televisioni si occuparono a lungo del caso, spesso con illazioni che riguardavano la stessa vittima e il marito, Pietro Mattei, nonostante avesse un alibi verificato e inattaccabile: al momento dell’omicidio era in ufficio, a 30 chilometri di distanza.
Eppure la soluzione del caso era lì a portata di mano, nella bobina di un’intercettazione telefonica che, per motivi che non si è mai potuto appurare, non era mai stata ascoltata. E le analisi su alcuni reperti biologici, esaminati nel tempo a più riprese, ma superficialmente, confermarono ciò che già veniva detto in quella telefonata.
Le due puntate di Indagini sull’omicidio di Alberica Filo della Torre e su tutto ciò che avvenne dopo sono disponibili da oggi sull’app del Post (scaricala qui), ma anche sulle principali piattaforme di podcast, come Spotify, Apple Podcasts, Amazon Music e Google Podcasts.