Da oggi in Florida non si può più abortire dopo la sesta settimana di gravidanza
Mercoledì è entrata in vigore in Florida, negli Stati Uniti, una legge che vieta l’aborto dopo la sesta settimana di gravidanza, salvo rari casi: è un momento della gravidanza in cui molte donne non sanno di essere incinte, dato che sei settimane equivalgono a due settimane di ritardo del ciclo.
Questo divieto di abortire non è solo problematico per le abitanti della Florida, uno stato con più di 22 milioni di persone, ma anche per tutti coloro che dagli stati vicini andavano in Florida per abortire, dove prima di oggi si poteva interrompere una gravidanza fino alla quindicesima settimana (in Italia sono fino alla dodicesima liberamente). Al momento sono 17 gli stati degli Stati Uniti che vietano completamente l’aborto o lo permettono solo fino alla sesta settimana e si trovano quasi tutti nel sud-est del paese: secondo i dati dell’Agenzia statale per l’amministrazione dell’assistenza sanitaria, nel 2023 quasi 8mila donne erano arrivate in Florida da stati vicini per abortire, quasi il 10 per cento di tutti gli aborti praticati in quell’anno.
Le cittadine e i cittadini della Florida potrebbero però eliminare questo divieto a inizio novembre, quando insieme al voto per le elezioni presidenziali potranno anche esprimersi attraverso un referendum su una legge di iniziativa popolare che propone di inserire il diritto all’aborto fino a 24 settimane di gravidanza nella Costituzione dello stato. Finora tutti i referendum statali per proteggere il diritto all’aborto sono stati approvati dalla popolazione, ma nessuno aveva una soglia alta come quella della Florida: perché la proposta sia approvata sarà necessario il voto favorevole del 60 per cento dei votanti.