La polizia ha sgomberato la Columbia University
Martedì molti studenti avevano occupato un edificio dell'università di New York, per manifestare contro la guerra nella Striscia di Gaza
Nella notte fra martedì e mercoledì la polizia in assetto antisommossa ha sgomberato i locali occupati circa 20 ore prima dagli studenti della Columbia University, una prestigiosa università di Manhattan (a New York, negli Stati Uniti) dove da giorni sono in corso intense proteste contro la guerra nella Striscia di Gaza e il ruolo del governo statunitense, che sostiene fortemente Israele. Alcune decine di studenti sono state arrestate in un’operazione durata circa due ore.
L’intervento della polizia è stato richiesto dalla dirigenza dell’università e dalla presidente Nemat Shafik, che ha anche autorizzato una presenza della polizia nel campus fino al 17 maggio, per evitare nuove proteste o occupazioni. La Columbia è da circa due settimane al centro di proteste che sono iniziate con accampamenti con tende nel cortile del campus newyorkese. Le proteste per la guerra a Gaza si sono diffuse in molte altre università americane e più di mille studenti sono stati arrestati negli Stati Uniti dal 18 aprile, giorno di inizio delle proteste.
Alla Columbia da martedì mattina un gruppo di studenti aveva occupato la Hamilton Hall, un edificio dell’università già sede di proteste in passato: la prima era avvenuta nel 1968 contro la guerra in Vietnam, ma ce ne erano state altre nel 1972, nel 1985 e nel 1992. Il gruppo Columbia University Apartheid Divest (CUAD), che ha organizzato le proteste, aveva comunicato di voler proseguire l’occupazione fino a quando l’università non avesse esaudito tre richieste: smettere di sostenere Israele, annullare tutte le sanzioni disciplinari finora decise nei confronti degli studenti e migliorare la trasparenza finanziaria, soprattutto per quanto riguarda i legami con Israele. Gli studenti si erano barricati dentro l’edificio bloccando le porte principali con tavoli, armadi e distributori di bevande e snack.
La polizia già martedì mattina aveva presidiato la zona, ma non poteva entrare nell’area dell’università senza il permesso dell’amministrazione. La richiesta è arrivata nel pomeriggio attraverso una lettera pubblica della presidente in cui si sosteneva che l’edificio fosse stato «vandalizzato e bloccato» e che queste occupazioni potessero attirare «manifestanti dall’esterno che costituirebbero un serio rischio per il campus».
Nella notte la polizia ha prima circondato l’area del campus, poi è entrata nell’edificio, inizialmente attraverso una finestra al primo piano, evitando le barricate delle porte principali. Gli studenti che avevano occupato l’edificio sono stati arrestati e secondo le autorità dell’università saranno espulsi dalla Columbia. L’operazione della polizia si è svolta senza particolari incidenti: attualmente anche nel cortile della Columbia non sono presenti manifestanti. Alla fine gli arresti alla Columbia sono stati 109, secondo quanto riferito dai portavoce della polizia. L’università resterà chiusa mercoledì, potranno accedervi solo gli studenti che vivono nel campus e i lavoratori che forniscono servizi essenziali.
Nella notte di martedì la polizia ha compiuto arresti anche nel City College di New York, nel quartiere di Harlem: in questa università la polizia ha respinto un tentativo di occupare uno degli edifici dell’amministrazione scolastica, compiendo nel complesso 173 arresti. Altri arresti sono stati compiuti alla North Carolina University e alla Florida State University, mentre nell’Università della California Los Angeles gli accampamenti sono stati definiti illegali e nella notte ci sono stati violenti scontri fra manifestanti pro Palestina e pro Israele.