Le nuove negoziazioni per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza
Sembrano un po' più promettenti del solito: Israele ha presentato una proposta che prevede il rilascio di 33 ostaggi, invece dei 40 inizialmente richiesti, ma raggiungere un accordo rimane molto complicato
In questi giorni è ripresa al Cairo, in Egitto, la fase preparatoria dei negoziati per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Gli incontri erano entrati in una fase di stallo soprattutto a causa della richiesta di Israele di liberare 40 ostaggi, principalmente donne e anziani, che però Hamas non era in grado di trovare. Ora Israele ha presentato una nuova proposta che prevede la liberazione di 33 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di 40 giorni.
Un funzionario israeliano che ha chiesto di restare anonimo ha spiegato al New York Times che l’ammorbidimento della richiesta è stato in parte dovuto al fatto che, secondo Israele, alcuni dei 40 ostaggi inizialmente richiesti per interrompere i combattimenti sarebbero morti. Oggi Israele dovrebbe inviare una propria delegazione diplomatica al Cairo, per partecipare alle discussioni. Intanto la delegazione di Hamas ha lasciato la città per studiare la proposta, e tornerà con una risposta scritta.
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Il 7 ottobre del 2023 Hamas e altri gruppi uccisero circa 1.200 persone e ne rapirono 253. Da allora sono stati liberati vivi 112 ostaggi: 105 liberati da Hamas durante una tregua di quattro giorni a novembre, quattro liberati unilateralmente dal gruppo e tre salvati dall’esercito israeliano durante un’operazione militare. Si sa inoltre per certo che sono stati uccisi 12 ostaggi, di cui sono stati recuperati i corpi (tre di questi sono stati uccisi dall’esercito israeliano per errore). L’intelligence israeliana ritiene che al momento a Gaza ci siano 129 ostaggi, ma che 34 di loro sarebbero morti. Israele sostiene che tutti gli ostaggi morti siano stati uccisi da Hamas, che a sua volta sostiene che siano morti a causa dei bombardamenti israeliani.
Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha definito la nuova proposta di Israele «estremamente generosa», e ha detto che ora la responsabilità di approvare l’accordo è nelle mani di Hamas: «Al momento, l’unica cosa che sta tra le persone di Gaza e un cessate il fuoco è Hamas», ha detto mentre era in visita al World Economic Forum di Riyad, in Arabia Saudita. Intanto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato al telefono con i leader di Egitto e Qatar.
Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha detto che la nuova proposta in discussione in questi giorni «prende in considerazione le richieste di entrambe le parti», e ha aggiunto che i diplomatici coinvolti nelle negoziazioni sono in attesa di ricevere una risposta.
Nel frattempo lunedì a Tel Aviv, in Israele, migliaia di persone hanno manifestato per chiedere al governo di Benjamin Netanyahu di trovare un accordo per liberare gli ostaggi. Ci sono stati alcuni scontri tra i manifestanti e la polizia, e almeno tre persone sono state arrestate.
Al di là del numero degli ostaggi israeliani da rilasciare, un altro grosso ostacolo nelle negoziazioni è che Hamas chiede un cessate il fuoco permanente, quindi in sostanza la fine della guerra nella Striscia di Gaza, mentre finora Israele si è sempre detto disposto a garantire solo una pausa temporanea. Secondo il giornalista di Axios Barak Ravid, molto informato, l’accordo proposto in questi giorni da Israele prevederebbe anche la possibilità di discutere il «ripristino di una situazione sostenibile di calma» a Gaza, un’espressione piuttosto vaga che però allude a un cessate il fuoco più stabile e duraturo.
Intanto i combattimenti nella Striscia stanno continuando. Il governo e l’esercito di Israele sostengono di avere ancora intenzione di attaccare via terra Rafah, nel sud della Striscia: è l’unica in cui l’esercito israeliano non è ancora entrato, al momento vi sono rifugiati circa 1,4 milioni di civili. Alcune immagini satellitari mostrano che Israele sta preparando una tendopoli in cui trasferirli prima dell’incursione. Nella notte tra domenica e lunedì almeno 27 persone sono state uccise dai bombardamenti israeliani proprio a Rafah.
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