L’occupazione della Columbia University contro la guerra a Gaza
Dopo settimane di proteste, un gruppo di manifestanti si è barricato in un edificio della prestigiosa università di New York, che lunedì aveva iniziato a sospendere alcuni studenti
Nella notte tra lunedì e martedì un gruppo di manifestanti ha occupato un edificio della Columbia University, una prestigiosa università di Manhattan (New York) dove da giorni sono in corso intense proteste contro la guerra nella Striscia di Gaza e il ruolo del governo statunitense, che sostiene fortemente Israele. I manifestanti hanno marciato nel campus cantando slogan a favore della popolazione palestinese e hanno poi occupato la Hamilton Hall, uno degli edifici più noti dell’università. Martedì mattina l’ateneo ha confermato l’occupazione e ha chiuso l’accesso al campus per gli studenti e i dipendenti che svolgono servizi non essenziali.
Molti dei manifestanti avevano il volto coperto e indossavano occhiali protettivi, guanti e maschere. Verso mezzanotte e mezza alcuni hanno formato un cordone fuori dalla Hamilton Hall, mentre altri barricavano dall’interno gli ingressi con sedie e mobili, per bloccare l’accesso alle forze dell’ordine. Un manifestante ha rotto con un martello la vetrata di una porta. La polizia non può entrare nell’università senza il permesso dell’amministrazione, ma sta presidiando tutta la zona circostante.
I manifestanti hanno appeso fuori dall’edificio uno striscione con la scritta “Hind’s Hall”, in onore di Hind Rajab, una bambina di sei anni uccisa nella Striscia di Gaza durante i combattimenti (lo scorso febbraio il Washington Post aveva raccontato la sua storia). All’interno dell’edificio ci sarebbe una decina di studenti, secondo uno studente rimasto anonimo che si trova lì ed è stato citato da Politico. Altri media statunitensi hanno parlato di «decine» di persone. Nel frattempo, la Columbia University ha detto che gli studenti che hanno occupato l’edificio del campus «rischiano l’espulsione».
Il gruppo Columbia University Apartheid Divest (CUAD), che ha organizzato le proteste, ha diffuso un comunicato per spiegare la propria posizione: ha detto che l’occupazione è stata condotta da un gruppo «autonomo» di manifestanti, che ha intenzione di rimanere all’interno dell’edificio finché l’università non ascolterà le tre richieste del CUAD: smettere di sostenere Israele, annullare tutte le sanzioni disciplinari finora decise nei confronti degli studenti e migliorare la trasparenza finanziaria, soprattutto per quanto riguarda i legami con Israele.
La Hamilton Hall non è nuova alle proteste studentesche. L’edificio fu inaugurato nel 1907, e nel 1968 fu occupato da alcuni manifestanti che protestavano contro la guerra in Vietnam e alcune politiche dell’università considerate razziste e discriminatorie nei confronti degli afroamericani. Gli studenti si barricarono all’interno dell’istituto, impedendo al preside Henry S. Coleman di uscire dal suo ufficio per una notte. Proteste simili ci sono state, per vari motivi, anche nel 1972, nel 1985 e nel 1992.
Da due settimane alcuni studenti stanno occupando con delle tende il cortile principale della Columbia, come forma di protesta. Lunedì l’amministrazione dell’università aveva dato loro qualche ora di tempo per decidere se lasciare l’accampamento o subire forti azioni disciplinari, tra cui la sospensione, un provvedimento che implica un accesso limitato agli edifici universitari. Gli studenti hanno però votato per continuare l’occupazione e alcuni sono stati sospesi, non è chiaro quanti.
– Leggi anche: La Columbia University ha cominciato a sospendere gli studenti che manifestano contro la guerra a Gaza
L’occupazione del cortile è problematica anche perché il 15 maggio, tra circa due settimane, proprio lì dovrebbe svolgersi il commencement, una sorta di grande cerimonia di laurea a cui partecipano tutti gli studenti indossando le toghe e il tocco, il tradizionale cappello di forma quadrata. Il dipartimento per la sicurezza pubblica dell’università ha fatto sapere che al momento l’accesso al campus è consentito solo agli studenti che ci vivono e al personale essenziale.
Oltre che alla Columbia, le proteste contro la guerra a Gaza sono in corso in molte altre università statunitensi, e centinaia di manifestanti sono stati arrestati.