Nel 2024 le riviste coi programmi tv vanno ancora forte
A febbraio le vendite sono persino aumentate rispetto al mese precedente, con tre case editrici che si contendono un pubblico anche piuttosto vario
Gli ultimi dati di diffusione delle riviste settimanali, pubblicati dal servizio ADS all’inizio di aprile, mostrano che esiste un settore della stampa italiana che, inaspettatamente, gode di buona salute o almeno sembra invecchiare bene insieme al suo pubblico. È la nicchia dei settimanali televisivi, che in febbraio hanno avuto persino un aumento di vendite del 4% rispetto al mese precedente. Tra i primi 24 settimanali per diffusione ben sette sono testate dedicate più o meno completamente all’informazione sui programmi televisivi, in tempi in cui si discute molto del declino della televisione e dell’informazione cartacea, e in cui siamo abituati a cercare ogni tipo di informazione online.
Le sette testate hanno una diffusione complessiva di oltre un milione di copie: 1.028.000 per l’esattezza. È una crescita che tuttavia non si spalma in modo uniforme su tutti gli attori in campo, visto che risente dell’«effetto Sanremo». Il Festival della canzone italiana, che quest’anno si è svolto tra il 6 e il 10 febbraio, porta infatti da sempre molte attenzioni sulla testata più nota nell’ambito musical-televisivo (e la più venduta tra i settimanali monitorati da ADS), TV Sorrisi e Canzoni, che è partner dell’evento e che quest’anno ha registrato un aumento di diffusione dell’11% raggiungendo le 391mila copie. Da sempre, i tre numeri che questo settimanale dedica a Sanremo – il primo con il cast dei cantanti, il secondo con i testi delle canzoni e il terzo con la copertina e i servizi sul vincitore – hanno vendite eccezionali. Da Mondadori, la casa editrice che pubblica il settimanale, aggiungono che per il 2024 il terzo numero, che “chiude” nella notte della finale in ritardo rispetto al solito, è andato addirittura meglio dei due precedenti, di solito più venduti.
La notte di Sanremo è uno dei pochi eventi straordinari nel racconto di un settore che procede normalmente senza scossoni, grandi eventi sportivi a parte. I settimanali televisivi hanno infatti tempi di lavorazione e di chiusura uniformati su quelli dei palinsesti e delle reti. Arrivano tutti in edicola al martedì coi programmi della settimana a partire dal sabato successivo, avendo “chiuso” il giornale in tipografia quasi tutti al venerdì (Sanremo a parte, appunto). Spesso hanno in copertina le foto degli stessi personaggi, e hanno prezzi che non superano 1,50 euro. È un mercato consolidato, fatto da sette testate e conteso da tre case editrici: Mondadori pubblica TV Sorrisi e Canzoni, Guida TV, e Telepiù per un totale di oltre 545.600 copie; Cairo Editore ha tre testate (Di Più Tv, Nuovo Tv, Tv Mia) con quasi 246.000 copie; e la casa editrice Universo ha Telesette, che supera le 238.000 copie.
Per capire che tipo di competizione possa esserci in un mercato così florido in termini di lettori e anche così stabile nei suoi temi, bisogna partire dal concetto di “palinsesto”. Per quanto possa sembrare anacronistico, la prima ragione di acquisto di un settimanale televisivo rimane ancora la consultazione del calendario della programmazione televisiva, scomparso dalla gran parte dei quotidiani nazionali, e da molti dei locali (Repubblica ne ha di recente deciso la prossima cancellazione: i programmi resteranno sul settimanale il Venerdì). Nel caso di TV Sorrisi e Canzoni, la testata più antica (1952) e illustre, questa parte occupa oltre metà del settimanale. Per ogni giornata della settimana successiva è prevista una doppia pagina di consigli selezionati (come vedremo ridotta o assente dalle testate più economiche della stessa casa editrice) seguita da cinque pagine dedicate ai programmi completi dei canali gratuiti e due per quelli delle reti a pagamento. A questo nucleo di “guida alla visione”, che salvo l’aggiunta delle pagine dello streaming è rimasto inalterato da molti anni, si aggiunge una serie di altri elementi di “guida alla televisione” per il pubblico interessato a conoscere di più i programmi e la loro costruzione.
È il caso per esempio del servizio che TV Sorrisi e Canzoni di inizio aprile dedicava alla terza stagione della serie Mina Settembre, tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni e incentrata sulle vicende di un’assistente sociale che lavora in un consultorio del centro di Napoli. Servizio che inizia così:
Il cielo si sta coprendo, il meteo annuncia pioggia per il tardo pomeriggio. Ma nel cortile interno dello storico palazzo San Felice, nel rione Sanità, il cuore più genuino di Napoli, nessuno sembra fare caso all’aria carica di umidità e i ciak si susseguono l’uno dopo l’altro.
Seguono dichiarazioni dell’attrice protagonista Serena Rossi, alcune anticipazioni sulla trama e soprattutto molte immagini del set in strada, del camerino, del copione annotato, della regista dietro la macchina da presa. Tutto per «andare con Sorrisi sul set», come si dice nei titoli.
Una seconda ragione d’acquisto sta nella antica curiosità per i protagonisti dei programmi stessi. Da questo punto di vista i settimanali tv hanno anticipato di qualche decennio i social network, e come sui social, anche sui settimanali tv c’è un tema di toni di voce che differenzia le testate, a volte come vera e propria scelta editoriale. Un esempio è dato dal modo di trattare l’edizione 2024 del programma Grande Fratello. Nell’editoriale di Nuovo Tv si racconta come «molti telespettatori hanno storto il naso davanti alla proclamazione della vincitrice [Perla Vatiero], visto che avrebbero preferito Beatrice Luzzi». Nelle pagine interne a parlare non è la vincitrice, ma una ex partecipante al programma, e il servizio è intitolato «Fiordaliso contesta la finale: lo sa anche Perla, doveva vincere Beatrice». Nessun approccio polemico invece nel più istituzionale servizio di TV Sorrisi e Canzoni (che appartiene allo stesso gruppo che possiede anche la rete che trasmette il programma, Canale 5), che risolve la cosa con una intervista alla vincitrice, rispettando una formula che la direzione sintetizza così: mai pettegolezzi, mai turbare la tranquillità del lettore, farsi leggere dal bambino e dalla nonna.
Delle tre case editrici che si dividono il mercato dei settimanali tv, due hanno ben tre testate, che diversificano l’offerta. Mondadori e Cairo ne hanno infatti una che si limita di fatto al palinsesto o poco più: è la versione più economica del servizio. Esiste poi la versione ricca (quello che per Mondadori è TV Sorrisi e Canzoni e per Cairo editore è Nuovo Tv), che al calendario aggiunge molti articoli di racconto della tv ma anche rubriche, enigmistica, cucina. Infine entrambe hanno una versione intermedia, che assembla questi contenuti su formati e numero di pagine ridotti. E i prezzi sono conseguenti, variando da 80 centesimi a 1 euro e 50.
A spiegare questa varietà commerciale è l’esistenza di pubblici diversi. L’ultima rilevazione Audipress – l’ente che studia le abitudini di lettura del pubblico – sui lettori di TV Sorrisi e Canzoni fornisce dati che rivedono un po’ l’idea, più o meno diffusa nell’ambiente editoriale, di un giornale che si rivolge esclusivamente a un pubblico anziano e soprattutto femminile. C’è invece una sostanziale equivalenza tra lettori e lettrici (che sono il 53%), un lettore su quattro ha meno di 44 anni e uno su due ha un diploma superiore o una laurea. Sono segmenti di pubblico ben diversi rispetto alle due testate più economiche della casa editrice, che invece raggiungono un pubblico più anziano e meno istruito, il quale chiede poco di più rispetto al semplice calendario degli eventi tv e lo chiede a un prezzo inferiore.
Differenziare le testate a seconda del pubblico permette inoltre a Mondadori e Cairo Editore alcune economie di scala, almeno per quanto riguarda gli investimenti fotografici che per giornali come questi sono costi rilevanti. Se nella stessa settimana si guardano i tre settimanali di una stessa casa editrice ci si accorge che i servizi fotografici sono più o meno identici, e così la scansione dei servizi e degli argomenti (a volte perfino la titolazione). Nella settimana dei programmi dal 6 al 12 aprile il sommario degli articoli di TV Sorrisi e Canzoni prevedeva servizi sull’avvio del programma L’Isola dei famosi condotto a questo giro da Vladimir Luxuria; sulla nuova edizione di I migliori anni con Carlo Conti alla conduzione; interviste o articoli su Luca Zingaretti, Tommaso Zorzi, Edoardo Leo, Chiara Francini, Enrico Papi e la Gialappa’s Band. La scansione era sostanzialmente identica per Telepiù, con una copertura fotografica realizzata attingendo agli stessi servizi.
In questo mercato così definito, la settima testata, che è in realtà la seconda per numero di copie vendute, ha una particolarità. Telesette, casa editrice Universo, vende circa 240mila copie con “edizioni regionali”: due pagine di ogni giornata del calendario tv sono infatti dedicate alle televisioni locali. Questo comporta la realizzazione di dieci edizioni differenti, tante sono le zone in cui il giornale ha diviso le televisioni locali accorpando per esempio Liguria e Sardegna, e Lombardia e Triveneto. Secondo quanto dice la direzione, l’offerta è molto apprezzata dai lettori, ma impone anche una attenta gestione delle rese, cioè delle copie restituite dalle edicole perché non vendute, che costituiscono ovviamente dei costi senza ricavi. Telesette infatti non può dirottare copie invendute da una zona all’altra.
Questo mondo rassicurante e quasi ecumenico nel tenere insieme fasce di pubblico diverse per età e cultura deve tuttavia fare i conti con una mutata funzione d’uso della televisione stessa, intesa anche come apparecchio. Secondo l’ultima ricerca sul tema condotta da Censis e Auditel, nel 2023 le smart tv, quelle che si connettono a internet e con cui si può accedere alle piattaforme streaming, hanno superato gli apparecchi tradizionali: 21 milioni contro 20,5. Questo dato spiega un altro numero interessante, relativo ai consumi tv in streaming. Sono 26.300.000 gli italiani (il 45,8% del totale degli spettatori) che guardano contenuti audio e video su piattaforme e siti web, creandosi di fatto un proprio palinsesto asincrono rispetto a ogni programmazione. È una percentuale in forte aumento, se si considera che sei anni fa era del 27%. Fin qui i settimanali hanno provato a seguire questo cambiamento inserendo una quota di pagine (da 3 a 6 seconda delle varie testate) in cui è proposta una scelta limitata dei film e delle serie sulle diverse piattaforme. Anche se la quota di persone di più di 65 anni che seguono la televisione in streaming è per ora soltanto del 7,7%, non è detto che queste pagine bastino a mantenere pubblico e vendite, e consentano a questa ancora robusta nicchia di giornali di restare sopra il milione di copie vendute.