Polonia e Lituania dicono di voler aiutare l’Ucraina a rimpatriare gli uomini ucraini arruolabili che vivono all’estero
Giovedì i ministri della Difesa di Polonia e Lituania hanno detto di volersi impegnare per assistere l’Ucraina nel rimpatrio dei cittadini che negli ultimi due anni hanno lasciato il paese per evitare di essere arruolati nell’esercito. Nonostante la legge marziale introdotta dal governo ucraino nel 2022, che impediva agli uomini ucraini in età da combattimento di lasciare il paese, in molti se ne sono andati: nel frattempo l’esercito ucraino ha subìto grosse perdite ed è impegnato da tempo a cercare di contenere l’offensiva russa. Per questo l’Ucraina sta cercando in vari modi di reclutare nuovi soldati e rafforzare il proprio esercito: ha abbassato il limite di età per essere reclutati da 27 a 25 anni e sospeso i servizi consolari per gli uomini in età militare che vivono all’estero, rendendo più complicato il loro soggiorno.
I ministri della Difesa di Lituania e Polonia, la principale destinazione di molti uomini ucraini che hanno lasciato il paese, non hanno dato molti dettagli su come intendano assistere l’Ucraina nel rimpatrio dei propri cittadini. Il ministro della Difesa polacco Władysław Kosiniak-Kamysz ha detto che «I cittadini ucraini hanno degli obblighi nei confronti dello Stato», che non rinnoverà i permessi necessari per restare in Polonia agli uomini ucraini in età da combattimento, e ha aggiunto che non esclude l’ipotesi di un rimpatrio forzato. Il ministro della Difesa lituano Laurynas Kasčiūnas lo ha escluso, al momento, ma ha detto di stare valutando altri modi per scoraggiare il loro soggiorno all’estero, come introdurre limitazioni ai permessi di lavoro e all’accesso ai servizi pubblici.
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